Che all'interno del Pd astigiano si respirasse un'aria "pesante" lo si sapeva da qualche tempo, ma lunedì mattina nella conferenza stampa dei civatiani tutti i nodi sono venuti al
Che all'interno del Pd astigiano si respirasse un'aria "pesante" lo si sapeva da qualche tempo, ma lunedì mattina nella conferenza stampa dei civatiani tutti i nodi sono venuti al pettine e bisogna dire che Carlo Ventura, Luigi Sposato, Luca Bortot e Clemente Elis Aceto, di sassolini dalle scarpe se ne sono tolti parecchi. "Avremmo preferito lavare i panni in casa nostra – ha confessato Elis Aceto – e abbiamo cercato di farlo. Ma non siamo stati ascoltati, nessuno ci ha presi in considerazione per cui abbiamo ritenuto opportuno rendere pubblico il nostro disappunto sull'operato di questa segreteria". Il primo a parlare è stato Luigi Sposato che ha annunciato l'Assemblea del partito di sabato prossimo, come momento fondante per l'elezione di un nuovo segretario al posto di Ferrero, diventato nel frattempo assessore regionale. L'ente di Palazzo Lascaris ha concesso al politico astigiano novanta giorni per dimettersi e lui ha scelto la strada amministrativa, abbandonando quella politica.
Intanto i civatiani hanno qualcosa da dire già sulle modalità e il significato stesso dell'Assemblea, che non intendono come una necessità tecnica dettata dalle dimissioni obbligate dell'attuale segretario, ma come un'esigenza politica. "Noi civatiani riteniamo negativo l'operato di questa segreteria sotto doversi profili – ha detto Luigi Sposato nel suo intervento – e questi profili li abbiamo elencati in una lettera che abbiamo inviato a Ferrero. Poi non riconosciamo la validità di questa Assemblea in quanto nata da un congresso che giudichiamo quantomeno sospetto". Ed effettivamente, a verificare la "flessibilità" dei tesseramenti, qualche sospetto può affiorare. E' lo stesso Sposato ad offrire qualche dato.
"In alcuni circoli abbiamo visto come gli iscritti erano un determinato numero – ha affermato il civatiano – in occasione del congresso sono aumentati a dismisura, per tornare l'anno successivo quelli di prima se non ancora di meno. Questo fatto è sospetto e crediamo che abbia falsato l'esito finale del Congresso. Per questa ragione chiediamo che venga convocato un nuovo congresso e fin tanto che questo non avverrà noi non entreremo in nessun direttivo". Una forma indiretta di protesta che la dice lunga sul clima teso che si respira all'interno del Pd astigiano. Ma al di là del problema della segreteria da rieleggere e del Congresso che ritengono non valido per via delle "truppe cammellate", come vennero definiti gli albanesi "arruolati" per l'elezione, i malumori dei civatiani sono anche altri.
"Dov'erano Ferrero e la Motta quando a palazzo Lascaris votavano la riforma della sanità? – hanno detto i civatiani in conferenza stampa – Una sanità che toglieva ben 12 reparti al nostro ospedale. E non si venga a dire che mantenerne cinque di questi dodici reparti sia una vittoria, rimane una sconfitta. Sull'Atc, poi, è calato un grande silenzio da parte del partito eppure anche noi abbiamo avuto nostri rappresentanti alla guida dell'ente. Sarebbe stata opportuna almeno qualche parola. E poi ancora i rimborsi regionali. La nostra rappresentante legalmente ne è uscita indenne, ma rimane la questione dell'opportunità. E' logico spendere migliaia e migliaia di euro in rimborsi? Silenzio da parte del partito. Infine – conclude Sposato – l'incompatibilità di Brignolo tra presidenza della Provincia e Cassa di Risparmio.
Anche qui la posizione del partito è stata molto debole e la vicenda è finita come è finita. Ma non c'è solo la questione personale del presidente, esiste anche un dato politico su cui il partito avrebbe dovuto dire qualcosa. Il PD ha perso la presidenza della Provincia ed ora corriamo il rischio di cederla ad un altro partito. Queste problematiche che riteniamo importanti e fondamentali qui nel partito non sono state mai discusse". L'obiettivo dei civatiani ora è quello di ridare slancio al partito che ha perso i due terzi degli iscritti e rifare il Congresso per ridare vigore al senso democratico che dovrebbe permeare la vita di ogni partito.
Flavio Duretto