Asti: dopo la morte di Roberto Genta ecco come lo ricordano colleghi e amici di una vita
Jim Morrison una volta disse che i sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là. Anche quelli di Roberto Genta che qualche giorno fa è stato sopraffatto, a 65 anni, dal male contro cui ha lottato per quasi un anno. Lui non c’è più, ma i suoi sogni sono ancora lì, facili da raggiungere, condividere e portare avanti.
Pilastro dell’ufficio istruzione del Comune di Asti, Ente per il quale ha anche ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa, Genta è stato sepolto mercoledì mattina nella tomba di famiglia, a Callianetto. In paese aveva un casa nella quale amava accogliere gli amici per serate conviviali durante le quali, ricordano alcuni di loro, “dava anche prova di essere un bravo cantante”.
Ma chi l’ha conosciuto, i suoi colleghi del Comune, gli insegnanti delle scuole cittadine, gli amici delle Acli (di cui fu presidente provinciale dal 1996 al 2004) hanno tantissimi ricordi di lui e della sua grande passione per ciò che faceva.
Tra i primi obiettori di coscienza di Asti
“Ci siamo conosciuti nel 1974 in uno dei campi estivi dell’Azione Cattolica – ricorda Gianni Valente, presidente delle Acli di Asti – Poi, tra il 1982 e il 1983, siamo stati tra i primi obiettori di coscienza nella Caritas e proprio in quell’occasione abbiamo fatto un’esperienza in una comunità di accoglienza. Roberto era una persona particolare, di una profondità intellettuale notevole e dotato di una creatività che sostituirlo non sarà facile. E’ sempre stato un vulcano, tanto che negli anni ’80, quando frequentavamo l’Azione Cattolica, gli fu regalato per scherzo un estintore”.
Roberto era fatto così, vedeva sempre il lato positivo di ogni situazione e certo non si faceva abbattere dalla prima difficoltà, specie quando aveva un progetto da promuovere con la rete delle scuole.
“Non si accontentava mai, andava sempre oltre e si faceva un sacco di domande mettendo tutto se stesso in ogni iniziativa – racconta Angela Bosio della cooperativa No Problem che si occupa di cooperazione – La mia amicizia con lui risale al 1982 quando trascorsi, insieme ad Ombretta Turello, un anno di volontariato alla Caritas dove lui era obiettore. In quel contesto abbiamo davvero conosciuto le povertà e i problemi dei più emarginati e sicuramente il successivo impegno di Roberto nelle Acli è stato il naturale percorso di quell’esperienza”.
La rete e i focus con le scuole
Ma è soprattutto con le scuole, gli insegnanti e gli studenti che Genta ha saputo creare una rete di amicizie e collaborazioni straordinarie, molte delle quali sono state ricordate in questi giorni appena saputo del suo decesso.
Saveria Ciprotti, oggi Garante per l’Infanzia, ma fino a pochi anni fa responsabile del servizio istruzione del Comune, ha una parola che vuole usare per ricordare uno dei suoi principali colleghi e collaboratori: grazie. “Grazie è ciò che gli dicevo spesso – racconta – perché è grazie a lui che ho sviluppato una vera “coscienza green” dal momento che l’ho conosciuto per un laboratorio di educazione ambientale di cui fu promotore. Roberto era davvero un sostenitore del “bene comune”, del fatto che se si lavora tutti insieme si possono raggiungere risultati in favore della comunità. Aveva una cultura enorme ed era un teorico a tutto tondo: lui immaginava un progetto e io lo trasformavo in azioni concrete”. Progetti e azioni che mettevano al centro il benessere del bambino prima di ogni altro aspetto. “Credeva in quello che diceva – continua Ciprotti – e ha davvero insegnato a molti docenti come approcciarsi ai bimbi, come dare loro voce. E poi è stato un caro amico, una persona con cui mi confidavo perché aveva il dono, non comune, di saper ascoltare. Non possono che dirgli grazie per tutto quello che ha condiviso con me e con i colleghi”.
Ideatore di molte iniziative ambientali
Tra questi colleghi c’era anche Paolo Odorizio, oggi in pensione, ma fino a un anno fa punto di riferimento dei servizi sociali e promotore di innumerevoli iniziative, come Porta la Sporta o il Tavolo del Volontariato. “L’ho conosciuto negli anni ’80 quando lavorava per la Provincia, ma poi abbiamo iniziato a collaborare in maniera più stretta negli anni 2000 quando Comune ed Ente provinciale avviarono il Laboratorio per l’Educazione Ambientale. Si lavorava a progetti educativi legati all’ambiente come “Disturbi di circolazione”, insieme alle scuole, da cui nacque il progetto Pedibus. Roberto lavorò molto ai progetti di mobilità sostenibile, per promuovere l’uso della bicicletta. Ha costruito reti e focus con le scuole ed è stato anche il referente dell’ufficio stampa del Comune per molto tempo”.
Genta amava il suo lavoro, non gli pesava farlo e, al contrario, quando doveva prendere ferie e allontanarsi dai suoi progetti era per lui motivo di preoccupazione. Infatti, dopo pochi giorni, tornava in ufficio pronto a riprendere (ma di fatto non aveva mai staccato con la mente alle sue iniziative) ciò che aveva interrotto. Roberto Genta è stato questo e molto altro ancora, come uno dei massimi sostenitori della Marcia per la Pace “Perugia – Assisi” cui partecipò più volte. Credente, aveva preso parte, tanti anni fa, a un Cenacolo durante il quale venivano lette pagine del Vangelo, commentate e condivise tra laici.
Però, come lo ricordano i colleghi e gli amici, non ostentava il suo credo e, al contrario, era curioso di aprirsi al mondo, di conoscere culture diverse, popoli e usanze anche molto distanti da quelle cristiane-cattoliche.
Promosse il Consiglio cittadino dei ragazzi
“Roberto, insieme a me e Francesco Tanucci, ha promosso la creazione del Consiglio cittadino dei ragazzi e delle ragazze – aggiunge Odorizio – perché sapeva che parlando con i più giovani si possono trasmettere messaggi anche agli adulti. Non a caso fu lui a sostenere importanti progetti sulla raccolta differenziata tra gli studenti prima ancora che il tema divenisse di grande attualità”.
Genta aveva una grande passione, la montagna, che ha trasmesso al figlio Davide e che avrebbe voluto condividere con il nipotino Tommaso. Le montagne, un simbolo evocativo per chi è abituato a superare ogni ostacolo guardando oltre l’orizzonte. Una delle ultime vette scalate da Roberto è stata il Castore proprio insieme al figlio. Un luogo privilegiato per chi, come Roberto, amava guardare oltre pensando inevitabilmente a un nuovo progetto su cui lavorare appena tornato in ufficio.
“Mancherà a tutti, ci sembra incredibile che non sia più qui con noi” commentano alcuni colleghi che mercoledì hanno voluto partecipare alle esequie che si sono svolte nella Collegiata di San Secondo.
Gli insegnanti lo ricordano in una lettera
Appresa la notizia della sua scomparsa, un gruppo di insegnanti di diverse scuole di Asti hanno voluto rendere omaggio a Roberto scrivendogli una lettera.
“Caro Roberto, parlando di te ci vengono semplicemente in mente la tua vitalità e allegria quando stavi in mezzo ai bambini… la tua grande passione per l’ambiente, la Casa Comune e la Bellezza in ogni sua forma. I tuoi grandi ideali e la tua progettualità erano volti sempre verso i più deboli, gli ultimi. Il tuo sogno? Combattere la povertà educativa….e lo condividevi con noi, nelle riunioni in Comune, nelle discussioni, nell’organizzare sempre nuove iniziative. Grazie a te abbiamo realizzato il Piedibus, sono stati riqualificati i giardini e i cortili delle scuole, angoli di quartieri degradati… perché la Bellezza fosse visibile a tutti gli abitanti della città. E che dire del parco del lungo Borbore? Grazie Roberto! Grazie per aver condiviso con noi i tuoi ideali e le tue passioni e per averci reso “antenne” e captare i segnali che tu, con il tuo staff, lanciavi negli incontri di progettazione! Continueremo a portare avanti i tuoi e i nostri progetti e tu ci dirigerai sempre con il sorriso da lassù… e quando siamo troppo chiacchierone… guardaci con la compassione che solo tu sai usare! Ciao Roberto ,un abbraccio forte dai “Focus”.
A firmare la lettera sono stati gli insegnati Lorella Forastiere, Sonia Stancampiano, Giovanni Felago, Annamaria Rivella, Daniela Bonfante (IC2), Rosalba Cornero e Angiolina Muller (Savio), Tiziana Bertolina (Oberdan), Agnese Ziliotto (Gramsci), Chiara Ponzo (Pascoli), Simona Orecchia (Bottego) anche a nome di molti altri maestri che hanno avuto modo di collaborare con Genta.
Genta lascia la moglie Piera Dabbene, responsabile degli asilo nido del Comune. A lei e alla famiglia vanno le condoglianze della redazione e degli editori del nostro giornale.