Da una parte un conto finale di 30 milioni di euro per fare lavori risolutivi alle decine di frane attive in provincia di Asti, dallaltra quel tesoretto di 2 milioni di euro che la Provincia
Da una parte un conto finale di 30 milioni di euro per fare lavori risolutivi alle decine di frane attive in provincia di Asti, dallaltra quel tesoretto di 2 milioni di euro che la Provincia aveva accantonato e che ha speso fino allultimo per gli interventi di somma urgenza per riaprire le strade, in mezzo una richiesta di calamità naturale con la promessa del dirigente del Dipartimento regionale delle Opere Pubbliche Luigi Robino a sostenerla in sede romana. Nel frattempo spuntano due ipotesi che cambierebbero la vita a migliaia di automobilisti, pendolari astigiani, turisti e visitatori: la chiusura del tunnel di Isola e di quei tratti stradali lungo i 1300 km di strade provinciali che presentano buche e dislivelli tali da non garantire più la sicurezza del transito di tutti (per quanto riguarda la galleria di Isola) e dei soli cicilisti e motociclisti per quanto riguarda il secondo problema.
Solo cattive notizie quelle che Angela Quaglia, consigliere provinciale con delega alla Viabilità e ai Lavori Pubblici della Provincia di Asti, ha dato nel corso di un aggiornamento sullo stato delle strade provinciali dopo le piogge delle scorse settimane. «In questo momento ci sono 40 frane attive sul territorio provinciale, soprattutto nella zona a sud – ha detto la Quaglia – noi abbiamo anticipato con un gruzzoletto che era stato risparmiato per le emergenze tutto quello che abbiamo potuto e ogni volta abbiamo chiesto alla Regione di ripianare senza ottenere risposta. Ora non ce la facciamo più, la situazione è veramente molto grave perchè le interruzioni di strade e comunicazioni stanno mettendo a rischio anche la microeconomia della quale vive gran parte del territorio».
Riconoscendo il grande impegno e la collaborazione dei Comuni interessati dalle frane, dagli smottamenti, dagli scivolamenti delle strade e delle scarpate, la Quaglia ha commentato che si tratta però solo di «ununione tra poveri. E ad un livello politico più alto che devono rendersi conto di quanto sia importante intervenire per tenere insieme le colline così belle e riconosciute anche dallUnesco ma che rischiano di restare isolate per il dissesto idrogeologico». Situazione confermata anche dai sindaci presenti allincontro: Marilena Ciravegna per Maranzana, Sandra Balbo per Fontanile, Pierangela Tealdi per Vesime, fra i Comuni più colpiti dalle frane. Il coinvolgimento dei cittadini non si limiterà però solo ai disagi attuali per le strade chiuse o percorribili solo a senso alternato.
La Quaglia ha annunciato che verranno sollecitati tutti i sindaci affinchè facciano rispettare le norme di polizia rurale soprattutto per quanto riguarda la corretta regimentazione delle acque dei fondi privati e di tutte le altre pratiche di pulitura e manutenzione dei campi che si affacciano su strade provinciali. «Il 90% delle frane – ha sottolineato il dirigente Paolo Biletta – deriva da responsabilità dei proprietari dei campi adiacenti ai fossi e alle strade».
Daniela Peira