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Il caso

Il Pd di Asti insorge contro il sindaco Rasero: «Vuole cambiare nome a Palazzo Mandela»

Gli uffici comunali di piazza Catena erano stati intitolati nel 2015 – Ma il primo cittadino replica: «Si facciano furbi, strumentalizzazione vomitevole»

Tra il Partito Democratico di Asti e il sindaco Maurizio Rasero scoppia una nuova querelle dai toni molto accesi. Oggetto del contendere la proposta, ufficializzata dal sindaco nell’ultima commissione toponomastica, ma già circolata due anni fa, di cambiare il nome a Palazzo Mandela, sede degli uffici comunali di piazza Catena, per intitolarlo a una personalità astigiana o comunque più legata al nostro territorio. Era il 15 maggio 2015 quando l’ex sindaco Fabrizio Brignolo e l’ex vice sindaco Davide Arri tagliarono ufficialmente il nastro della targa che riporta il nome dell’ex presidente del Sudafrica riunificato, Nelson Mandela (1918 – 2013), figura di straordinaria importanza contro tutte le discriminazioni e portatore di un messaggi universale di pace tra i popoli.

«Le motivazioni addotte a supporto di questa proposta sono a dir poco sconcertanti, – tuonano oggi i consiglieri comunali del Pd Maria Ferlisi, che è anche membro della commissione toponomastica, Michele Miravalle, Luciano Sutera e Roberto Vercelli – Mandela avrebbe il difetto, a parere del sindaco, “di non essere astigiano”, meglio dunque, dice lui, dedicare quel palazzo ad un astigiano purosangue, che sia nato rigorosamente dentro i confini cittadini. Il Pd la ritiene una proposta ridicola, se non fosse che lancia un messaggio molto negativo alla cittadinanza: essersi battuti per i diritti e aver cambiato il corso della storia subendo atroci sofferenze personali, non rende una persona degna di vedersi intitolato uno spazio pubblico, ma anzi va cancellato».

Anche i “saggi” della commissione toponomastica, a cui è riconosciuto un ruolo di consiglieri grazie alla loro conoscenza della storia di Asti, sono concordi nel cambiare il nome al palazzo, o meglio non l’avrebbero intitolato così a suo tempo.

«Già nel 2015 dissi che non ero d’accordo, perché preferirei che queste intitolazioni portassero nomi di persone locali da ricordare, ma la maggioranza di allora decise di intitolarlo a Mandela – ricorda Pippo Sacco, giornalista e uno dei “saggi” della commissione – Nulla contro Mandela, sia chiaro, perché lo rispetto per tutto quello che ha fatto e che rappresenta, ma sarei più d’accordo nell’intitolare l’ex tribunale a una personalità di Asti».

A chi? Questa è un’altra faccenda che ancora non è stata definita perché la proposta di Rasero è in fase embrionale.

«Sono quasi due anni che Rasero ha espresso l’intenzione di cambiare quel nome, ma è vero che nell’ultima commissione toponomastica ha chiesto di pensarci su e di vedere se troviamo un nome che possa andare bene – aggiunge Paolo Monticone, altro “saggio” e presidente provinciale dell’Anpi – Anch’io, come Pippo Sacco, non ho nulla contro Mandela, ci manca ancora e non è una questione di razzismo. Se trovassimo un nome astigiano di alto lignaggio adeguato a quel luogo potremmo proporlo, ma non c’è nulla di deciso anche perché non ci sembra un affare così importante».

E se la maggioranza sarebbe d’accordo con Rasero, il Pd annuncia che «si opporrà fermamente a questa proposta e lancerà una petizione pubblica che chieda al sindaco di ritirarla, soprattutto in un periodo storico dove pace e fratellanza sono tornati in pericolo». «Ci auguriamo che tutta la società civile e le forze politiche, comprese quelle di maggioranza, si uniscano a questa richiesta. Al sindaco Rasero consigliamo, – continuano i consiglieri dem – prima di avanzare certe proposte a nome della città, di andare in biblioteca e leggersi la biografia di Mandela, capirà cosa significa essere un grande statista».

Ma come previsto il sindaco Maurizio Rasero non incassa le critiche senza controbattere e lo fa alzando i toni del confronto. «I consiglieri del Pd si devono fare furbi, quel partito mi ha stufato e disgustato. Anche i “saggi” della commissione, che di certo non sono della mia parte politica, sono d’accordo con l’eventuale cambio del nome. Magari possiamo fare un concorso tra i cittadini per sceglierlo, ma la strumentalizzazione che fa il Pd è a dir poco vomitevole».

Rasero, poi, puntualizza meglio la questione: «A nessun astigiano viene in mente che quello sia Palazzo Mandela, uomo contro il quale non ho nulla e che rispetto. Qui il razzismo non c’entra, nonostante quello che possano sostenere i consiglieri del Pd». Insomma Palazzo Mandela non direbbe nulla alla maggioranza degli astigiani che non saprebbero indicarne l’ubicazione.

Di certo sarebbe molto dispiaciuto, se Palazzo Mandela non dovesse più chiamarsi così, l’ex vice sindaco Davide Arri che con fermezza aveva sostenuto l’intitolazione.  «Ovviamente propendo per il mantenimento del nome di Nelson Mandela, perché è una figura universale che rappresenta una battaglia rivolta all’affermazione dei diritti fondamentali di ogni persona. – spiega Arri interpellato sul caso – Un esempio più che mai attuale di una persona che dopo una detenzione ingiusta è diventato capo dello stato sempre con le armi del perdono, della pace e dell’inclusione. Mandela è una personalità universale che riguarda tutte le persone della terra, anche Asti. Quindi ritengo un grave errore cambiare quel nome».

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Una risposta

  1. …di sicuro deciderà il consiglio tuttu,e non il sindaco Rasero,poi cmq il PD vorrebbe cambiare l’identità delle persone,cosa molto difficile,abbiamo esempi quotidiani …cambiare il nome di intitolazione di via o palazzi non cambia il percorso di vita di nessun soggetto …AVANTI COSI!

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