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In Consiglio comunale nasce il gruppo “Uniti si può”
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In Consiglio comunale nasce il gruppo “Uniti si può”

In Consiglio comunale nasce un nuovo gruppo di minoranza, “Uniti si può”, che ha convinto tre consiglieri a creare una “casa” comune

In Consiglio comunale nasce un nuovo gruppo di minoranza, “Uniti si può”, che ha convinto tre consiglieri a creare una “casa” comune per «riportare l’attività politica vicino alla gente, nei quartieri, ascoltando quali siano i problemi, ma anche i progetti, più sentiti dagli astigiani». Clemente Elis Aceto (ex PD, membro di Possibile e ora nuovo capogruppo) lavorerà insieme ad Anna Bosia (Uniti per Asti) e Massimo Scognamiglio (Asti Bene Comune – Federazione della Sinistra – Uniti Insieme a Sinistra). L’unione fa di loro il maggior gruppo di opposizione, se si esclude i consiglieri eletti nell’ex PDL, alcuni tecnicamente confluiti in Forza Italia.

«Ci unisce il fatto che non condividiamo le scelte compiute, principalmente dal sindaco Brignolo, nell’arco di questi quattro anni – precisa Bosia – Le nomine effettuate, tra cui quella del presidente dell’Asp che è anche segretario provinciale del PD e l’entrata di Brignolo nella Cassa di Risparmio, che poi ha dovuto abbandonare per non perdere la carica di sindaco come già era avvenuto con quella da presidente della Provincia, oggi grazie a lui governata dal centrodestra».

«Non sono stati in grado neanche di ottenere l’autorizzazione per il teleriscaldamento – aggiunge Massimo Scognamiglio – ma sono due anni che nel bilancio vengono inseriti i famosi 400.000 euro erogati dai proponenti. Bisognerà capire che fine faranno quei soldi. Per quanto mi riguarda, noto che c’è un Consiglio comunale senza partecipazione della gente, non si vede mai nessuno ed è per questo che noi intendiamo far partecipare le persone nelle scelte più importanti. Asti non può essere governata a suon di slogan o facendo del populismo».

I tre consiglieri annunciano la diffusione di un questionario, sia on line che cartaceo, con cui sarà chiesto ai cittadini di esprimersi sul futuro di Asti, priorità di opere, indicazione dei problemi e su cosa si dovrebbe fare per lo sviluppo di posti di lavoro. Aceto taglia corto sul proprio passato in maggioranza, ma prende a prestito “l’apriscatole” del M5S per indicare le priorità del nuovo gruppo, tra cui la trasparenza di tutte le procedure amministrative.

«Loro hanno l’apriscatole, noi diventeremo un cavatappi lavorando in maniera differente e alternativa rispetto agli altri che dicono di essere diversi, ma a parole». Tra le priorità di “Uniti si può” una mobilità più funzionale, incremento del trasporto pubblici al posto delle auto, più aree perdonali, piste ciclabili e una città più pulita e quindi anche più turistica.

r.s.

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