Il fotografo moncalvese Riccardo Cornaglia racconta questi mesi difficili durante i quali ha perso il 90% del fatturato
Fotocamere riposte negli scaffali, obbiettivi oscurati e nessun servizio fotografico all’orizzonte: ecco come si presenta la vita dei fotografi matrimonialisti al tempo del Covid-19. La sospensione degli eventi, dalle nozze alle celebrazioni di ogni tipo, non è stata una bella notizia per questa categoria che, da un giorno all’altro, ha fatto venir meno il loro guadagno. Un periodo di magra per i fotografi costretti a restare a casa per mancanza totale di lavoro. Abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di Riccardo Cornaglia, 42enne fotografo freelance, che da sempre vive a Moncalvo. La sua categoria, oltre a soffrire per il ridimensionamento delle attività, è stata d’improvviso dimenticata dalle autorità e offuscata anche da chi fornisce notizie. Così abbiamo deciso di dare voce a questo giovane professionista perché oltre il ‘danno’ non ci sia per lui anche la ‘beffa’.
«Sono un fotografo freelance e il mio stile è il reportage, mi occupo da anni principalmente di matrimoni e più in generale di cerimonie, oltre che di famiglie, bambini, maternità e viaggi. Sono membro ANFM (associazione dei fotografi di matrimonio, ndr) dal 2015 e fondatore di “Love Photo Experience” un progetto dedicato alla fotografia intima ed emozionale. Sono stato docente a diversi workshop di fotografia Travel e Reportage» si presenta, così, Cornaglia che ci tiene a raccontare il suo curriculum per spiegare il suo lavoro e, soprattutto, il suo nuovo progetto: «Sono fondatore e ideatore di “A true story” un nuovo concept fotografico che mira a rivoluzionare la comunicazione e l’immagine delle piccole realtà produttive, degli artigiani, degli artisti e di chi come me ha bisogno di un’immagine professionale per emergere dalla massa e per resistere alla crisi economica che ci sta annientando».
Matrimoni annullati almeno fino alla primavera del 2021
Cornaglia è un ragazzo intraprendente, un professionista che non ama piangersi addosso ma combattere contro ogni tipo di difficoltà. Tuttavia la situazione in cui versa la sua categoria è veramente grave. «Non sono un tipo che demorde, sono abituato a reinventarmi sempre ma quest’anno c’è il Covid. È l’anno in cui ho visto svanire in un attimo tutti i miei sacrifici, tutti i miei investimenti, tutti i miei sogni, tutte le notti insonni a studiare una post produzione che regalasse ai miei clienti i ricordi migliori dei loro momenti felici. Ho avuto una perdita di quasi il 90% del mio fatturato, i matrimoni sono stati per metà annullati completamente e gli altri, nel migliore dei casi, sono stati posticipati alla primavera del 2021».
Fotografi dimenticati da tutti
Ciò che lamenta Cornaglia è di essere stato dimenticato da tutti. «Noi fotografi matrimonialisti non siamo una categoria riconosciuta, anzi il più delle volte la nostra fotografia è considerata di serie B, quando al contrario penso che un bravo fotografo di matrimoni possa riprendere qualsiasi situazione, non ci spaventa nulla. Non siamo stati mai nemmeno menzionati e le associazioni nazionali hanno fatto ben poco per far sentire il nostro grido d’aiuto, un grido che flebile è arrivato al ministero con sei, sette mesi di ritardo, quando ormai i soldi sono finiti, ammesso e non concesso che ci siano mai stati»
Cornaglia, come tutti, vive del suo lavoro grazie al quale mantiene se stesso e la sua famiglia composta dalla moglie e da due splendidi bimbi di 8 e 4 anni. «Sarebbe stato molto più semplice scappare e cercare nuovi orizzonti altrove, ma ritengo ci voglia molto più coraggio per restare e per provare a creare un futuro per me e per la mia famiglia proprio nella mia terra d’origine! Sono votato alla resistenza e non sono abituato a lamentarmi, mi piace avere sempre nuove prospettive perché non amo fare le stesse cose e solo per il mio spirito intraprendente sono riuscito a superare questo periodo difficile. Spero di fare altrettanto con la nuova chiusura dei prossimi mesi». Infine, lancia il suo appello: «Quello che chiedo è di non dimenticarci, di non far morire questo mondo, siamo coloro che raccontano le vostre vite. La bellezza ci salverà ma noi dobbiamo salvare la bellezza».
Diego Musumeci