In Monferrato la tua vacanza vale
il triplo
Abbiamo una grande opportunità per far conoscere al meglio il Monferrato a tutti i nostri amici! Quante volte abbiamo pensato di invitarli a scoprire le nostre colline Unesco e i nostri borghi oppure coinvolgerli in laboratori gourmet o experience day.
Ora possiamo farlo grazie al #Riparti Turismo della Regione Piemonte e a Sistema Monferrato, il Consorzio Turistico riconosciuto ai sensi della LR 14-2016 con competenza sulla Provincia di Asti e di Alessandria. Come funziona? Semplice, si sceglie un albergo o un agriturismo (tra quelli aderenti) si paga una sola notte ma si ha diritto a trascorrere 4 giorni e 3 notti. Nei prossimi giorni partirà la commercializzazione, durerà fino a fine luglio e il voucher potrà essere utilizzato entro un anno. Informazioni: info@sistemamonferrato.it
Viaggio nel Basso Monferrato
Quindi oggi suggeriamo ai nostri lettori e ai loro amici un altro itinerario di ViA(E), dove? Nel Basso Monferrato questa volta. Si chiama così, eppure questa regione di colline calcaree e sabbiose che occupa la parte settentrionale della provincia di Asti, a nord del Tanaro, si eleva fino ai 500 m di quota. Eventi geologici millenari, di cui restano testimonianze fossili risalenti all’epoca in cui queste lande erano il fondale di un mare continentale poco profondo, hanno inciso e smussato i profili delle colline, scavando vallette tra bricco e bricco.
Nel regno dei boschi
Sulla foresta temperata di latifoglie che originariamente ricopriva queste terre ha poi operato la mano dell’uomo, che pur senza cancellare totalmente il substrato forestale, lo ha modificato in modo significativo. Il frutto di questa lunga interazione si legge oggi nel paesaggio agricolo e al contempo selvaggio: basta allontanarsi dai principali fondovalle coltivati e abitati per ritrovarsi in vallette ammantate da fitti boschi, lungo sentieri deserti e privi di punti di riferimento. Nella vegetazione si mescolano con apparente disordine fitte macchie di robinia e campi di mais, le forre alberate confinano con i vigneti, piccoli ruscelli scorrono in sottoboschi che sembrano non conoscere l’intervento dell’uomo.
Quasi incredibile è la presenza, su alcuni colli, degli ulivi, testimoni di microclimi temperati delle età romana e medievale, quando in tutta Europa le condizioni atmosferiche erano più miti di oggi.
Versanti più ripidi e selvaggi
A mano a mano che si procede verso nord, salendo verso il crinale che si affaccia sul Po, i versanti si fanno più ripidi e pendii più selvaggi.
Sono terre dove appare naturale montare a cavallo per spostarsi, dove non stupiscono tracce di cinghiali nel folto dei boschi, e dove forse non stupirebbe nemmeno la presenza del lupo, se non sapessimo che in realtà la metropoli torinese, una delle aree più antropizzate dell’Italia settentrionale, dista solamente pochi chilometri.
I Borghi di quest’area ricordano i “Villages perchés” della Provenza
Il termine è traducibile con “villaggi arroccati” o più poeticamente “paesi appesi” ovvero quei borghi che si aggrappano a pendici rocciose quasi verticali e sembrano sul punto di rotolare verso valle. E’ così anche in Monferrato! Appesi a colline sulla cui sommità sorge quasi sempre un castello, talvolta imponente altre volta in rovina, a testimoniare i tumultuosi secoli del feudalesimo e dell’epoca rinascimentale. Strade che salgono tra vecchie case, cascine, abitazioni e palazzi signorili. Tutti i paesi monferrini hanno una lunga storia da raccontare, che inizia anche prima della loro nascita, dal momento che queste colline furono abitate da popolazioni celto-liguri in epoca preromana e poi dai romani durante l’impero.
Percorso consigliato
Il percorso che consigliamo parte da Cinaglio, il cui nome deriverebbe dal latino cenaculum a indicare un luogo di ristoro situato lungo il cammino. Si prosegue poi attraversando dolci colline a Montechiaro d’Asti, sede di una delle più importanti fiere nazionali del Tartufo bianco, per arrivare a Montiglio Monferrato, paese delle meridiane e dal maestoso castello. A pochi chilometri ad est è già provincia di Alessandria. Imperdibili Murisengo, di origine medievale e poi residenza signorile, e Villadeati con la scenografica villa – castello della famiglia Feltrinelli. Molti gli edifici costruiti con la pietra da cantone, materiale estratto dal sottosuolo per ricavarne cantine. Quelle cantine, gli infernot (o crutin) che hanno contribuito a fa diventare il Monferrato un patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco.
Andrea Cerrato