Job in Country: domanda e offerta si incontrano
Un canale dedicato che fa incontrare domanda e offerta in agricoltura.
Flusso interrotto dall’emergenza coronavirus al quale Coldiretti di Asti offre una risposta a imprenditori e lavoratori.
Si chiama “Job in Country” il portale che l’organizzazione agricola propone sul sito www.coldiretti.it.
Prima bisogna registrarsi
E’ necessario, anzitutto, registrarsi. Le aziende devono inserire le offerte di lavoro, indicando le caratteristiche professionali richieste e le condizioni relative alle offerte (come mansioni e retribuzione).
Per chi è invece in cerca di occupazione è possibile postare il proprio curriculum e la disponibilità alla nuova occupazione, mantenendo aggiornati i propri dati professionali.
Una banca dati
«Job in country – spiega il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – è una banca dati, una piattaforma autorizzata al servizio di intermediazione della manodopera dal Ministero del Lavoro.
Si pone come obiettivo principale di combattere le difficoltà occupazionali, garantire le forniture alimentari e stabilizzare i prezzi e l’inflazione con lo svolgimento regolare delle campagne di raccolta.
Utile anche per le vendemmie
Potrà quindi essere molto utile per la prossima vendemmia, per la raccolta delle mele e per quella delle nocciole, oltre ovviamente quando c’è la necessità di affrontare immediatamente lavori straordinari che possano prospettarsi in ogni azienda agricola».
Ottimi risultati in Veneto
Esprimento, quello del sito di domanda-offerta lavoro agricolo, che ha dato ottimi risultati là dov’è già stato sperimentato, ad esempio in Veneto.
«Il progetto è stato avviato in autonomia in attesa che da governo e parlamento arrivi una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa consentire a studenti, cassaintegrati e pensionati lo svolgimento in via straordinaria dei lavori nelle campagne – sintetizza Diego Furia, direttore Coldiretti – Mancano i braccianti stranieri anche per effetto delle misure cautelative adottate a seguito dell’emergenza Covid-19 da alcuni paesi europei, dalla Polonia alla Bulgaria fino alla Romania, con i quali occorre peraltro trovare accordi per realizzare dei corridoi verdi privilegiati per i lavoratori agricoli».