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«L’Astigiano? Una miniera d’oroche non abbiamo ancora sfruttato»
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«L’Astigiano? Una miniera d’oro
che non abbiamo ancora sfruttato»

La Lega presenta alle elezioni regionali Davide “Sky” Scaiola, 23 anni, laureato in Ingegneria Fisica e studente per la specialistica in Nanotecnologie per le ICT al Politecnico di Torino.Ti

La Lega presenta alle elezioni regionali Davide “Sky” Scaiola, 23 anni, laureato in Ingegneria Fisica e studente per la specialistica in Nanotecnologie per le ICT al Politecnico di Torino.
Ti aspettavi di essere candidato?
Sono nella Lega da quando avevo 16 anni; ho fatto il coordinatore provinciale e da 2 anni sono segretario cittadino. Non aspiro a fare il politico a vita e anche la Lega ha voluto dare un segnale di discontinuità e rinnovamento non inserendo nelle liste chi già era nel Consiglio regionale. Per quanto ci riguarda Giovanna Quaglia ha comunque lavorato molto bene in questi 4 anni in Regione. La candidatura è inoltre una responsabilità verso il movimento e verso tutti i giovani, perché sono uno dei candidati più giovani in Piemonte.

La Lega torna alle elezioni dopo la sentenza che ha decretato anticipatamente la fine della legislatura e dopo lo scandalo dei rimborsi. Che opinione ti sei fatto su queste vicende?
Sulla fine anticipata della legislatura sono convinto che sia stata una vera ingiustizia ai danni della Regione e di tutti i piemontesi perché è stata interrotta ad un anno dalla fine, per un vizio di forma, pur grave, seppure ci fosse successivamente stata la legittimazione popolare con il voto. Queste scelte non aiutano a superare la disaffezione della gente verso la politica perché, facendo un ragionamento più ampio, se ho votato Cota e i giudici l’hanno buttato giù perché dovrei tornare a votare?
E sui rimborsi?
Sui rimborsi è giusto fare autocritica ma mi chiedo perchè solo adesso siano state riscontrare queste irregolarità se è da decenni che funziona così. La Magistratura solo adesso se n’è accorta? Il sistema dev’essere assolutamente riformato ma non si pensi ad una politica fatta solo di volontariato. Io ridurrei l’indennità, come adesso è stato fatto, con una legge regionale più chiara sui rimborsi. Non dimentichiamo però che Cota ha abbassato molto i costi della politica regionale facendoli passare da 82 a 54 milioni di euro.

Il Piemonte, e in particolare l’Astigiano, ha fame di posti di lavoro. Hai una ricetta per ridare fiato all’occupazione?
La Regione non deve creare posti di lavoro ma opportunità affinché le persone creino nuova occupazione. Grazie a Cota sono stati creati 50.000 posti di lavoro attraverso gli sconti sull’Irap e la Regione è riuscita ad attivare i pagamenti dei fornitori a 60 giorni. Analogo discorso si stava facendo partire nelle Asl. Il problema dell’Astigiano è che mancano infrastrutture: studiando al Politecnico ricordo, ad esempio, il problema del digital divide e di internet i cui collegamenti sono scarsi o del tutto assenti in molti comuni. Internet serve perché non averlo ti tappa le ali sia nello studio che nel mondo del lavoro: senza internet un’azienda non può vivere né produrre e meno ancora assumere.
La nostra provincia come la immagini nel futuro?
Dobbiamo slegarci dall’indotto delle grandi fabbriche ma senza diventare una città dormitorio perché non voglio svegliarmi ogni giorno per andare a lavorare a Torino. L’Astigiano è una miniera d’oro che non siamo ancora riusciti a sfruttare perché i vini sono i più buoni e il paesaggio è fenomenale.

Quindi cos’è mancato?
L’Astigiano non è riuscito a fare rete e questo lo vediamo anche nel polo museale dove ogni museo non interagisce con gli altri. Iniziativa lodevole sarebbe rilanciare i gran tour nell’Astigiano nei quali, pagando una quota, visiti un museo, fai pranzo e un giro del territorio. Pensiamo in vista dell’Expo di Milano e facciamo dell’evento un vero punto di rilancio della nostra provincia.
La Lega è stata la voce più critica contro l’arrivo dei profughi anche nell’Astigiano. Cosa temete dalla loro presenza?
Per definizione il profugo è una persona che scappa da una situazione di guerra o disordine civile ma se non sai con certezza da dove arrivano come puoi definirli profughi? Senza alcun tono dispregiativo credo che chiamarli con loro nome, clandestini, sia più corretto. Io sono per un’immigrazione controllata perché, con un dato sulla disoccupazione giovanile al 48% e con i meno giovani senza lavoro, mi chiedo come queste persone pensino di vivere in futuro. All’inizio c’è un sussidio da 30 euro al giorno dato per ogni immigrato ma se consideriamo che ci sono pensioni minime o stipendi da primo impiego da 400 euro al mese mi chiedo se sia accettabile tutto questo. Qui non c’è posto, devono essere aiutati, ma a casa loro. L’interesse dell’Europa su questo argomento lo si è visto con la nomina della Malmström commissario per l’immigrazione. Una svedese è esperta di immigrazioni come noi lo siamo della morìa dei salmoni.

Nel vostro logo si legge lo slogan “Basta Euro”. La moneta unica ha fatto il suo tempo?
Siamo euroscettici da sempre e, come dice l’economista Claudio Borghi, una volta riconquistata la nostra sovranità monetaria si potrebbe anche disporre due monete diverse, tra nord e sud, affinché quest’ultimo sia più competitivo così da creare lavoro. Il nord avrebbe invece una moneta più forte, con più difficoltà ad esportare, ma senza la necessità di mantenere le tasse alte e i forti trasferimenti di denaro al sud.
Perché non voterebbe Chiamparino?
Non lo voterei per i debiti lasciati su Torino, oggi la città più indebitata d’Italia la quale, sebbene più bella, ha visto un aumento del costo dei servizi. La buona educazione insegna che se fai un debito lo devi onorare e non lasciarlo a chi viene dopo di te. Inoltre Chiamparino è la punta di diamante del “sistema Torino” e, con lui, la nostra provincia non sarà più nulla.

Riccardo Santagati

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