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Prastaro Marco
Attualità

La messa in streaming “incorniciata” da 234 disegni realizzati dai bambini del catechismo

Stamattina la celebrazione presieduta da monsignor Prastaro. Ricordati i 20 anni di nomina a vescovo di padre Francesco Ravinale

La messa in streaming

E’ stata preceduta e seguita dalla proiezione dei 234 disegni realizzati dai bambini che frequentano il catechismo la messa celebrata stamattina in streaming dal vescovo di Asti Marco Prastaro.
Come la scorsa settimana, infatti, anche la funzione della quarta domenica di Quaresima si è potuta seguire “a distanza”, tramite YouTube.
“Iniziamo questa celebrazione eucaristica – ha affermato monsignor Prastaro – in avvicinamento alla Pasqua, come si evince dal fatto che i paramenti sacri sono di color rosaceo e non più viola, e ad un giorno dall’inizio della primavera, come si nota dai fiori gialli che abbiamo posto sull’altare”. Dopo il  canto iniziale e le letture, a cura di suor Gabriella Greco e Davide Celestre, sono seguite la lettura del Vangelo e l’omelia.

Le parole di monsignor Prastaro

“Come avrete notato – ha esordito – prima della celebrazione abbiamo mostrato la metà dei 234 disegni, incentrati sul tema del brano di Vangelo di oggi, realizzati dai bambini che frequentano il catechismo nelle varie parrocchie diocesane. L’altra metà sarà poi mostrata alla fine della messa. Il brano cui si riferiscono i disegni è quello che racconta l’episodio del cieco nato, guarito da Gesù. Un brano che ci racconta qualcosa della fede che illumina e trasforma la nostra vita. Il racconto inizia con una domanda posta dai discepoli a Gesù: ‘Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?’. Ecco, questa è una domanda molto attuale, che molti si possono porre in questo periodo relativamente alla situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Il Coronavirus non sarà mica una punizione di Dio? Gesù, circa il cieco ma anche circa la nostra situazione, dice che questo non è accaduto per i peccati. Dio non punisce. Ma ci viene ricordato, e Gesù lo dice, che ‘questo è affinché si manifestino le opere di Dio’. Ovvero, qualunque tipo di male non è mai l’ultima parola di fronte a Dio. E’ invece il luogo in cui le opere di Dio emergono e in cui il Signore lavora per salvare l’umanità. Non è che il male sia necessario al bene, ma si vuol dire che il male evidenza per contrasto il bene ed è vinto dal bene”.
Dopodiché sono stati ricordate le persone che sono mancate questa settimana, anche perché in questo periodo, a causa dell’emergenza Coronavirus, non si possono celebrare i funerali. “Le ricordiamo tutte; tra loro, quelle che mi sono state segnalate nominalmente”, ha evidenziato il vescovo, per poi invitare i fedeli a recitare l’Eterno Riposo.

Il rigraziamento al vescovo emerito Francesco Ravinale

Al termine della celebrazione “in cui siamo stati insieme spiritualmente”, il vescovo ha dato alcuni avvisi. “Vorrei continuare a dirvi che il Signore è vicino, è con noi, ci sostiene. A chi mi domanda come si nota concretamente questa vicinanza, rispondo che si vede osservando che manda qualcuno a prendersi cura di noi. Le persone che lo stanno facendo sono segno della preoccupazione di Dio. Mi riferisco a medici, infermieri, personale sanitario, volontariato, Forze dell’Ordine e amministratori, che stanno combattendo una grande battaglia, a rischio anche per la loro salute. A loro esprimiamo un grande ringraziamento, pregando e stando a casa, perché questo è il contributo che possiamo unire alla gratitudine”.
“Poi – ha proseguito – vorrrei fare degli auguri. Mercoledì 25 marzo monsignor Francesco Ravinale celebrerà 20 anni dalla nomina a vescovo. Vorrei fargli gli auguri a nome di tutti: dalle nostre case gli giungano una preghiera e un applauso per quanto ha fatto per la Diocesi di Asti e continua e fare, come vescovo emerito, nella sua semplicità e umiltà”.
“Infine – ha concluso – vorrei ringraziare i bambini che nanno risposto all’appello di prepararsi alla messa preparando un disegno del Vangelo. Iniziativa che sarà replicata la prossima settimana“.

 

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Una risposta

  1. Quel povero Cristo l’unica cosa che possedeva erano due pezzi di legno incrociati e gli avete tolto anche quelli.

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