L’assessore alla cultura replica al Report regionale
«Il Report annuale 2017 sulle visite nei musei è incompleto perché si tratta di dati ottenuti dall’Osservatorio Culturale del Piemonte in collaborazione con l’Associazione Abbonamenti Musei. Abbiamo analizzato con attenzione i dati in nostro possesso, anche quelli mancanti nel Report, e se guardiamo ai mesi autunnali il trend è addirittura in crescita rispetto alla maggior parte degli altri territori regionali». L’assessore alla Cultura Gianfranco Imerito ha voluto approfondire il Report regionale sulla “salute” dei musei astigiani (che abbiamo pubblicato il 12 giugno) e con gli uffici ha analizzato anche i dati non disponibili nel documento inserendo le tessere mancanti. «I musei vivono di mostre ed eventi, non solo della bellezza del contenitore, – continua Imerito – Ad Asti, quando si organizzano mostre di qualità, i visitatori ci sono e i dati lo confermano».
I dati mancanti
Quelli del 2017, tenuto conto dei dati non inseriti nel Report («che il Comune – spiegano dagli uffici – non è direttamente chiamato a fornire durante l’indagine») contano 9.293 visitatori al Museo di Sant’Anastasio, 9.321 al Battistero di San Pietro, 3.108 alla Torre Troyana, 2.073 alla Domus Romana, 19.406 a Palazzo Mazzetti (nell’indagine ne erano segnati 18.299, comunque meno rispetto ai 24.287 del 2016), 5.210 al Museo del Risorgimento, 3.083 al Museo del Palio, 7.723 a Palazzo Alfieri, 1.417 alla Mostra Pastrone e 1.649 a Palazzo Ottolenghi. Totale 62.283 visitatori cui si aggiungono, nella tabella in possesso del Comune, gli 800 della Mostra “Asti Ritrovata” che si è aperta il 6 dicembre e chiusa il 22 aprile scorso.
Il valore aggiunto delle grandi mostre, rispetto ai flussi turistici, è confermato dai numeri registrati anche nel recente passato: la Mostra sugli Etruschi a Palazzo Mazzetti fu visitata, nel 2012, da 27.966 persone; quella de “La Rinascita” del 2013 da 12.560; la Mostra “Il sogno e la visione” dedicata a Fellini registrò, nel 2015, ben 11.717 visitatori e questo senza contare le altre esposizioni temporanee del Mazzetti che quest’anno ospiterà anche la personale del Maestro del Palio Antonio Guarene.
Investire in comunicazione
Tenuto conto che la maggior parte dei turisti ha visitato più musei durante la sua permanenza, si capisce perché la gestione integrata dei plessi museali di Asti, con Palazzo Mazzetti capofila, sia non solo utile, ma necessaria per organizzare in maniera omogenea la promozione delle offerte culturali. Promozione su cui tutti concordano sia necessario investire di più.
«Lavorare sulla comunicazione sarà uno dei compiti che avrà il nuovo direttore artistico del Polo museale integrato – spiega l’assessore Imerito – Sarà un esperto nella gestione dei musei, che avrà rapporti con i suoi colleghi di altri musei italiani con i quali si confronterà anche nell’ottica di fare rete nella promozione e, perché no, nell’allestimento di mostre tematiche».
Cresce l’attesa per il ritorno della Mummia di Asti
Di certo c’è grande attesa per il ritorno a casa della Signora delle Ninfee, la “Mummia di Asti”, protagonista indiscussa della Mostra “Egitto, Dei, Faraoni, Uomini” a Jesolo. La mummia di Asti, che per decenni è stata conservata al Museo Archeologico insieme ad un’altra mummia, è diventata una vera icona per gli appassionati di egittologia. Vissuta oltre 3 mila anni fa, la “Signora delle Ninfee” è un pezzo di enorme valore storico e con il suo sarcofago tornerà ad Asti per essere finalmente vista dai cittadini in un’esposizione temporanea a Palazzo Mazzetti. «Poi verrà collocata in un’ala del Museo lapidario della Cripta di Sant’Anastasio, nel nuovo allestimento del Museo Archeologico, – continua l’assessore – Sarà il fiore all’occhiello del nostro polo museale e vogliamo che si trasformi, come già avviene per Vittorio Alfieri, in un “brand” che promuova Asti e la sua offerta culturale».
Di pari passo, grazie alla gestione integrata dei musei (che oggi già prevede l’accesso a diversi poli tramite uno smart ticket del costo di 5 euro) il Comune lavorerà in collaborazione con Palazzo Mazzetti, Fondazione CrAsti, ATL per creare pacchetti turistici da promuovere in occasione nei grandi eventi cittadini sfruttando l’onda del turismo autunnale nei mesi di settembre e ottobre quando i flussi su Asti sono numericamente importanti rispetto al fisiologico calo dei turisti nelle altre province piemontesi di Alessandria, Biella e Novara. La realtà di Cuneo, la “Provincia Granda” non è invece assimilabile a quella di Asti per estensione e numero dei musei, ben 38, la maggior parte dei quali fa numeri relativamente piccoli, ma sommati portano il turismo in Granda ad oltre 317.000 visitatori (dati Report 2017).
Una risposta
Interessante replica dell’Assessore Imerito all’OCP, Osservatorio Culturale Piemonte. Crescono, evviva, grazie ai dati comunali, le visite ai nostri musei nel loro totale, inserendo nel conteggio il Museo del Palio (3.083) e Palazzo Alfieri (7.723), non rilevati da OCP. Restano sempre con forti perdite Palazzo Mazzetti (-21%, essendo emerse 1.113 visite in più rispetto al Report della Regione) e Museo di Sant’Anastasio (-24,5%, emerse 62 visite in più). Forti perdite anche per la Domus Romana, nel 2013 ultimo dato OCP con 5.782 visite, contro le 2.073 rilevate dal Comune, leggere per il Battistero (-500 visite). Stabile il Museo del Risorgimento con i suoi 5.200. Unica in crescita la Torre Troyana ( 3.700 passaggi in più rispetto al 2013, ultimo dato OCP). Resta sempre la personale sensazione di notizie non certo utili a far comprendere la reale situazione, pessima in questo caso come quella del turismo strettamente correlata. Visto il difficile momento, un po’ più di presa di responsabilità, anche da giornali e giornalisti non guasterebbe…