A Montechiaro nel 1877, su sollecitazione dell’ingegner Vincenzo Adorni, venne istituito un comitato, formato dai rappresentanti dei Comuni e presieduto da Emilio Rossi, per la costruzione della tramvia Asti-Montechiaro-Cortanze, con prospettiva di prolungamento fino a Cocconato. Il comitato avviò le trattative con il sig. Belolli che proponeva un «impianto di un binario collo scartamento di un metro su una delle banchine della strada carrettiera […] esercito con locomotive del genere di quelle in uso sul tramway Milano-Saronno e Cuneo-Borgo San Dalmazzo», con un «convoglio composto di una locomotiva, di una o due vetture del genere di quelle dei tramways di Torino e di un carro merci a grande velocità».
Il progetto venne ripreso tre anni dopo, su interessamento del sindaco di Asti, e prevedeva una linea a scartamento ridotto, che attraversata Asti dall’attuale piazza del Palio a corso Torino, raggiungeva il fondovalle nel territorio di Montechiaro d’Asti, per proseguire poi fino all’abitato di Cortanze. La tramvia venne costruita dall’impresa del finanziere Adolfo Raoul Berrier-Delaleu (che aveva già costruito altre linee, specialmente nel Cuneese) e fu inaugurata il 16 settembre 1882. L’intero tragitto di 18 chilometri era percorso in circa un’ora e mezza. Le partenze avvenivano da Asti alle 7.14, 11.10, 14.10, 16.00 e da Cortanze alle 7.09, 9.05, 13.18 e 5.26. Le locomotive a vapore erano le tedesche Winterthur, mentre le carrozze erano della Locati di Torino e della Grondola di Milano. I convogli erano composti da due vetture chiuse di prima classe da 24 posti, quattro vetture giardiniere da 32 posti, due vetture chiuse miste.
La tramvia Asti-Montechiaro-Cortanze funzionò regolarmente sino al 1912, quando l’apertura della ferrovia Asti-Chivasso portò inevitabilmente a un notevole calo di passeggeri fino a determinare nel 1915 prima alla sospensione (per il razionamento del carbone a seguito della guerra) e quindi alla chiusura definitiva della linea, che venne smantellata nel 1919.