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La replica

L’assessore Berzano risponde a Uniti si può: «Abbiamo evitato un disastro e garantito i servizi»

I nuovi Patti Parasociali, il nuovo Statuto, l’intesa per evitare scontri in tribunale: ecco come si è arrivati agli accordi con il socio NOS e IREN

«Più che un “Libro bianco” lo definirei un fantasy quello scritto e divulgato dai consiglieri di Uniti si può». Così l’assessore alle Partecipate Renato Berzano commenta a caldo la lettura della storia della privatizzazione dell’Asp che è stata oggetto di una conferenza stampa del gruppo di opposizione. «Non capisco se gli amici di Uniti si può non sappiano, o facciano finta di non sapere, che da quando l’Asp, nel 2002, ha visto entrare un socio privato le norme che regolano l’affidamento dei servizi sono cambiate. Non perché lo dico io o perché lo dice il Comune di Asti: sono diverse perché le leggi sono cambiate. Si preoccupano di chi gestirà i servizi nel 2028, ma in realtà, nel prossimo futuro, non sarà più il Comune a darli in affidamento perché ci saranno delle authority dedicate. Questo succederà con l’igiene e con il trasporto. Ad esempio, l’Agenzia della Mobilità Piemontese dovrà mettere a gare il trasporto nel bacino sud/est, quindi Astigiano e Alessandrino; il CBRA dove fare analoga azione per la raccolta rifiuti su tutta la provincia e l’idrico sarà a gara nel 2030 per l’intero Ambito 5. Vuol dire che non sarà più il Comune a predisporre le gare e l’Asp, se vorrà vincerle, dovrà partecipare a società più ampie».

Berzano esclude, per questo motivo, che alla scadenza del 2027 potrà esserci la riacquisizione dei servizi da parte del Comune. «Non succederà mai più – commenta – quel tempo è finito da un pezzo».

Però tiene anche a precisare che dietro alla stesura dei nuovi Patti Parasociali, del Piano Industriale, del nuovo Statuto e degli altri documenti che fanno parte del pacchetto in attesa di approvazione da parte del Consiglio comunale, se i tempi tecnici lo consentiranno, c’è stato un lavoro di mediazione, confronto, analisi di ogni virgola «affinché entrambe le parti potessero voltare pagina e trovare una nuova intesa dopo l’annosa vicenda del teleriscaldamento».

A detta dell’assessore Berzano la maggior parte dei problemi sono nati nel 2015 (Giunta Brignolo sostenuta dal centrosinistra) proprio con la famosa delibera che aveva avviato l’iter di realizzazione del teleriscaldamento affidandone la gestione, insieme all’illuminazione pubblica, alla società AEC compartecipata dall’Asp. «Con quell’affidamento era stata anche prorogata la presenza del socio privato al 2028, superando il termine previsto al 31 dicembre 2019. Ma, pur con tempi molto lunghi, l’ANAC ha dato il suo parere a riguardo dicendo che il teleriscaldamento non poteva essere affidato senza una gara. Quindi quel parere di ANAC ha nuovamente portato la scadenza del socio privato al 2019, come in precedenza. Peccato – racconta Berzano – che noi l’abbiamo saputo nel 2020 a “contratto scaduto”. Questo avrebbe comportato un disastro e la possibile paralisi dei servizi. Per fortuna, nel calcolo del 2010, quando il cambio di normativa aveva imposto di trovare una scadenza per i privati nelle società miste e quella scadenza era stata individuata, per l’Asp, al 2019, i calcoli furono sbagliati. Non avevano tenuto conto del Movicentro che ha un contratto di affidamento trentennale. Da qui abbiamo rifatto la media della durata del contratto e identificato nuovamente la scadenza al 31 dicembre 2027».

A ciò si è aggiunta l’emergenza sanitaria che ha rallentato i lavori di stesura di tutto il nuovo pacchetto che, Berzano non lo nega, la maggioranza dovrebbe approvare senza ulteriori modifiche di alcun genere.

«Questi accordi sono stati stilati con un equilibrio che eventuali emendamenti potrebbero stravolgere. Non so se ci saranno i tempi per approvare le pratiche secondo il crono-programma che ci siamo dati – conclude l’assessore – In caso contrario li approveremo in Giunta e il prossimo Consiglio comunale deciderà se ratificarli o stravolgerli, prendendosi, però, tutta la responsabilità di quello che potrebbe succedere. Io, però, posso dire di avere la coscienza pulita e di aver fatto di tutto per rimettere a posto una situazione davvero complicata che avrebbe messo seriamente a rischio i servizi erogati dall’Asp».

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