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Le ricette del PD di Asti per far ripartire la città dopo l’emergenza Covid-19

Il “Piano Asti-Rinasce” prevede interventi nel breve periodo, realizzabili entro 100 giorni, e di medio-lungo periodo, realizzabili nei mesi successivi, con maggior pianificazione

“Asti-Rinasce”: ecco le proposte del Partito Democratico per far ripartire la città

L’hanno chiamato “Asti-Rinasce” ed è il Piano del Partito Democratico astigiano per tentare di rilanciare la città, i servizi, l’economia, la cultura e vari altri settori già a partire dalla Fase 2 dell’emergenza Covid-19.

A presentare le ricette, alcune da applicare nel breve periodo, altre con una prospettiva molto più lunga, sono stati gli esponenti del PD guidati dal segretario provinciale Riccardo Fassone, dal coordinatore cittadino Mario Mortara, alla presenza (virtuale via web) dei consiglieri comunali Maria Ferlisi, Luciano Sutera Sardo, dell’ex assessore ai lavori pubblici Alberto Ghigo e di Michele Miravalle, membro della Segreteria Regionale che si occupa di Europa, Sostenibilità Ambientale e Giustizia.

Il documento redatto dal PD è la base su cui i consiglieri comunali chiederanno un confronto con il sindaco Maurizio Rasero e tutta la Giunta nel tentativo di avviare, almeno in parte, le idee nate da un confronto con commercianti, associazioni di categorie, cittadini, associazioni, ma con la consapevolezza che tutto, subito, non si potrà fare.

“L’orizzonte della cosiddetta Fase 2 (graduale ripartenza) e di quelle successive si preannuncia inedito per il tessuto socioeconomico astigiano e per le sue imprese e aziende. – spiegano dal PD – Per questo occorre pensare a forme di sostegno e di accompagnamento alla ripresa economica fuori dai classici schemi, strettamente connesse alle modalità di riapertura dei pubblici esercizi imposte dalle norme governative, presumibilmente basate sul mantenimento del distanziamento fisico. E’ dunque necessario che tutti gli attori economici, pubblici e privati, condividano una strategia, unendo risorse e obiettivi. Nessuno si salva da solo. Non esistono, tra gli amministratori pubblici di nessun livello, supereroi in grado, da soli, di “salvarci” da questa crisi. Per questo sarebbe quanto mai necessario che la nostra città si apra nuovamente alla costruzione di un Piano Strategico che individui i nuovi assi di sviluppo e le relative azioni per raggiungerli”.

Il Piano “Asti-Rinasce” diviso in sette aree

Il “Piano Asti-Rinasce” prevede interventi nel breve periodo (realizzabili entro 100 giorni) e di medio-lungo periodo (realizzabili nei mesi successivi, con maggior pianificazione).

Due i pilastri identificati dal Partito Democratico, innovazione e condivisione, declinati all’interno di sette aree tematiche: mobilità e spazi commerciali; cultura, sport, manifestazioni e turismo; bambini, giovani e scuola; anziani e terza età; tributi locali, burocrazia e innovazione; opere pubbliche; ruolo della Fondazione e degli istituti di credito.

Va da sé che il vero nodo gordiano da sciogliere, nel caso l’amministrazione comunale dovesse accogliere, tutte o in parte, le proposte del PD sarebbe trovare i soldi per finanziarle in un momento in cui, secondo le prime stime, il bilancio del Comune ha già perso 2 milioni di euro di incassi per via del lockdown. Si tratta di 2 milioni di una coperta finanziaria già normalmente corta e insufficiente a soddisfare tutte le esigenze in tempi di non pandemia.

“Molte di queste proposte sono “a costo zero”  – replicano dal PD – e non richiedono esborsi straordinari da parte della Pubblica amministrazione. Altre sono invece proposte “onerose” e il Partito Democratico propone anche possibili coperture economiche per la loro realizzazione. Ci auguriamo che sindaco e amministratori siano all’altezza della sfida”.

Mobilità e spazi commerciali

Partendo dal fatto che cambierà il modo di usare i mezzi pubblici e che Asti è tra le città più inquinate d’Italia, il PD propone nel breve periodo di allargare la zona pedonale di almeno il 50% la superficie attuale, anche per incentivare il commercio astigiano e realizzare finalmente “il centro commerciale naturale”; agevolare accordi commerciali e misure amministrative con società private per attivare anche ad Asti servizi di bike sharing e di noleggio di monopattini elettrici; realizzare –anche provvisoriamente – piste ciclabili esclusive in tutti i viali e corsi di accesso al centro cittadino, almeno fino a raggiungere, in sicurezza la zona pedonale. Aumentare rastrelliere e aree di parcheggio riservate per bici e monopattini.

A ciò si aggiunge la proposta di garantire più spazio ai pubblici esercizi, dando ai clienti la possibilità di tornare agli incontri e all’utilizzo della città in totale sicurezza. Messa a disposizione, gratuitamente, di più metratura per occupazioni suolo pubblico in tutta la città, dal centro storico alle aree periferiche. “Tale misura sarebbe certamente una importante opportunità di rilancio per le aree più conosciute (piazza San Secondo, piazza Alfieri, piazza della Cattedrale) e in generale per tutte le aree diffuse in corrispondenza dei locali e dei negozi di vicinato. – spiegano i promotori – Si potrà partire con sperimentazioni ampliando gli spazi per vetrine, negozi, passeggiate, anche rimodulando temporaneamente assi stradali. In definitiva, si tratta di una sorta di Tosap 2, completamente gratuita, a favore delle imprese e a beneficio di residenti e turisti, pensando altresì ad una esenzione totale dalla Tosap previa valutazione delle coperture finanziarie”. Sul lungo periodo si chiede di non rallentare il programma di investimento nel rinnovamento del parco bus (rimodulato sulle nuove esigenze di sicurezza), utilizzando appieno le recenti risorse messe a disposizione dal Ministero dei Trasporti e già destinate al Comune di Asti.

Cultura, sport, manifestazioni e turismo

Sono i settori tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria e che ripartiranno con più gradualità. In questo caso le proposte del PD sul breve periodo prevedono che la Commissione Cultura del Consiglio comunale si trasformi in un tavolo di confronto permanente che coinvolga gli operatori e le realtà che lavorano nel settore culturale, in modo da verificare la fattibilità in sicurezza delle manifestazioni dell’estate/autunno 2020 e fissarne il calendario nel giro di poche settimane. “Su Asti Teatro – suggerisce il segretario provinciale Riccardo Fassone – l’amministrazione comunale si impegni, se sarà possibile in base alle disposizioni in materia, a realizzare gli spettacoli in calendario in luoghi aperti garantendo il rispetto delle distanze e delle norme sanitarie. Qualora emergesse l’impossibilità di svolgere Asti Teatro, l’amministrazione si impegni a coprire totalmente o almeno in parte, gli impegni economici già presi con i lavoratori dello spettacolo, compagnie, organizzatori, maestranze e professionalità coinvolte dal festival, per venir incontro ad un settore particolarmente in difficoltà”.

All’amministrazione comunale si chiede di attivarsi fin da subito per valutare la realizzazione di rassegne in spazi all’aperto garantendo la massima sicurezza di pubblico, artisti e personale, combinando un sistema di ingresso a turni, posti disegnati a terra distanziati, la disponibilità per tutti di mascherine e gel igienizzanti per le mani.

E ancora: si collochi una tensostruttura attrezzata (con tavoli, sedie, wifi) nel cortile della Biblioteca Astense “Giorgio Faletti”, suggerisco dal PD, che possa servire da sala studio e lettura, mantenendo il distanziamento sociale e ampliando gli spazi interni a disposizione degli utenti della biblioteca; si raddoppino gli spazi per proiezioni all’aperto di Cinema-Cinema, in accordo con gli esercenti delle sale cinematografiche astigiane, sfruttando giardini pubblici e cortili, anche nelle periferie; si consenta a palestre e società sportive di usufruire degli spazi verdi pubblici, concordando in cambio programmi di sport e attività ludiche gratuite aperte alla cittadinanza (e non solo agli iscritti e tesserati).

Nel lungo periodo la proposta è lanciare una tessera Asti-Musei al prezzo simbolico di 5 euro per tutto il 2021 e la realizzazione di un “Welcome-Kit” tramite il quale “proporre un’integrazione dell’offerta turistica a chiunque sceglierà l’Astigiano come meta delle sue vacanze o dei suo week end”.

Bambini, giovani e scuola

I problemi dei bambini e dei giovani di Asti sono quelli di tutta Italia: scuole chiuse, lezioni a distanza, famiglie che non sapranno come gestire i figli nel momento in cui ci sarà un graduale ritorno al lavoro. Per molti il momento inizia adesso con la Fase 2. Quindi che fare, tenuto conto che fra poco più di un mese inizierà l’estate durante la quale la scuola a distanza non sarà più attiva?

Nel breve periodo il PD lancia l’idea di un Piano straordinario delle aree verdi chiamato “Asti Open Space”.

“I parchi e gli spazi all’aperto saranno il luogo da cui “ricominciare” la vita sociale in sicurezza. Il Comune attivi un “Piano straordinario delle aree verdi” che ripristini e aumenti le attrezzature delle aree gioco, ne garantisca la pulizia e il decoro, coinvolga i volontari per garantire la corretta fruizione e il rispetto degli spazi. È importante aumentare il numero di spazi a disposizione, per evitare assembramenti: occorre dunque verificare la possibilità di rendere accessibili i cortili delle scuole cittadine, trasformandoli per l’estate 2020, in “parchi di quartiere”, da utilizzare anche alla sera come luogo di esibizioni, piccoli concerti, spettacoli teatrali o proiezioni di film”.

Quindi si chiede di guardare alle tecnologie per non escludere nessuno dalla didattica a distanza. “D’accordo con l’Ufficio scolastico provinciale, si faccia una ricognizione delle problematiche ricorrenti e si individuano spazi (biblioteche, sale di edifici pubblici) da adattare, temporaneamente, a spazi per lo studio e la fruizione di lezioni online, fornendo connessione Wi-Fi gratuita e mettendo a disposizione computer e tablet”.

Chiesto anche il rilancio del programma di volontariato per tutti i giovani astigiani dai 14 ai 21 anni, proponendo loro di “mettersi al servizio della città” e delle associazioni di volontariato cittadine per svolgere attività di supporto nella Fase 2 (ad es. consegna dei pasti a casa, animazione aree gioco). In accordo con realtà e associazioni che si occupano di animazione e servizi per l’infanzia e insieme ai servizi per l’infanzia comunali, si chiede di attivare una proposta di micro-nidi estivi, adattando spazi pubblici e privati, rivolti principalmente alle famiglie di genitori lavoratori. Il servizio potrebbe essere pagato in parte con i bonus baby-sitting e bonus-nido messi a disposizione dal Governo. Si aggiunge la proposta di blocco delle rette degli asili nido e, nel lungo periodo, quella più impegnativa: costruire un grande complesso scolastico bello, sicuro, tecnologicamente avanzato.

Anziani e terza età

Il PD non dimentica gli anziani che stanno soffrendo anche più di altri l’isolamento da lockdown oltre ad essere i soggetti più a rischio di complicazioni nel caso di infezioni da nuovo Coronavirus. Per sostenerli il partito propone centri anziani diffusi, almeno uno per quartiere, quali luoghi di aggregazione e assistenza, nel pieno rispetto delle misure sanitarie. In accordo con realtà e associazioni della Città, si rendano “diffusi” i centri-anziani, almeno uno per quartiere. Nel lungo periodo si chiede un potenziamento dei servizi domiciliari: “Se la mobilità dovrà continuare a subire restrizioni è necessario che i “servizi” comunali si adattino a questa nuova realtà, integrando le risorse umane ed economiche che si occupano di assistenza domiciliare”.

Tributi locali, burocrazia e innovazione

Anche in questi settori sono tante le proposte lanciate dal Partito Democratico astigiano. Si va da quelle più canoniche, quali il prolungamento della sospensione del pagamento dei tributi principali oppure l’esonero per alcuni tributi (imposte che gravano sulle insegne, tassa di soggiorno per agevolare la ripresa dei flussi turistici), ma senza escludere nuovi strumenti tributari e fiscali.

Nel breve periodo si suggerisce al sindaco di attivare una “No tax area IMU” per i proprietari che concederanno ai conduttori “una riduzione del canone di locazione dal 20% al 30%, modulata sulla percentuale di riduzione che verrà concessa. Detti provvedimenti potrebbero trovare la loro copertura finanziaria nel risparmio delle uscite derivante dall’impossibilità già, purtroppo, preannunciata di svolgere eventi e manifestazioni oppure dalle risorse che auspicabilmente saranno trasferite dallo Stato”.

“Oggi più che mai, – continuano dal PD – occorre avviare una campagna di informazione nei confronti dei cittadini, volta ad ottenere la destinazione del 5 per mille dei redditi indicati nelle dichiarazioni fiscali in favore dei servizi sociali del Comune di Asti. Necessita sensibilizzare la popolazione circa l’importanza di dette entrate che agevolerebbe il sostegno delle fasce più deboli della città incrementatesi sensibilmente a seguito della pandemia. L’entrata per il Comune derivante dalla scelta del 5 per mille da parte dei cittadini, altresì, consentirebbe al bilancio di liberare risorse per altre necessità. La campagna di informazione potrebbe essere condotta congiuntamente alle associazioni astigiane che già si sono avvalsi della predetta misura fiscale, in modo da creare comunque, quale che sia la scelta, una ricaduta sul territorio comunale dalle risorse proveniente da questa opzione”. Tra gli altri suggerimenti quello di digitalizzare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione e, nel lungo periodo, interventi decisi per abbattere la burocrazia comunale anche chiedendo l’intervento legislativo della Regione Piemonte. Dematerializzazione di tutte le procedure amministrative, implementazione servizi online attraverso l’utilizzo delle piattaforme già disponibili per gli Enti locali diventano misure strategiche e non più rimandabili.

Opere pubbliche

E’ quindi indispensabile accelerare tutte le procedure, progettuali e amministrative, per consentire l’avvio immediato di tutte le opere contenute nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche. Guardando al lungo periodo, il PD ricorda che la città ha una serie di nodi irrisolti da molti anni (ex caserma Colli di Felizzano ed area università, Casermone di via Scarampi, ex Enofila ed area ferrovie, ex Ospedale, Maternità) e da qui si deve ripartire.

“Crediamo che sia questa una grande occasione, per dare alla città un volto nuovo e dotarla di strutture moderne che ne facciano veramente un luogo attrattivo; pensiamo ad una vera cittadella Universitaria, alla scuola del futuro come indicato sopra e ad un centro congressi polifunzionale. Avviamo subito un lavoro propedeutico di dibattito e studio, aperto alla città ed alle sue rappresentanze, che può essere svolto subito senza necessità di finanziamenti. Prepariamoci bene ad un prevedibile post – epidemia che pensiamo sarà caratterizzato da forti investimenti statali in opere pubbliche, che tuttavia arriveranno solo se la città avrà idee chiare da proporre. Valutiamo la possibilità di emettere dei CoronaBOC per raccogliere risparmio degli astigiani, da destinare a una o più opere ritenute di particolare importanza”.

Fondazioni bancarie e istituti di credito

Infine, in una prospettiva di rilancio delle opere quale motore dell’economia locale, il PD confida che la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti privilegi “progetti di ampio respiro, sanitari, culturali o legati all’istruzione. La stessa Fondazione, unitamente alle banche del territorio, potrebbe promuovere la nascita di un Fondo di Private equity che investa unicamente nelle piccole medie imprese astigiane ed in particolare in quelle che operano nel settore turistico e agroalimentare. Fondazione ed istituti di credito potrebbero, altresì, affiancare il Comune nella costruzione e sottoscrizione di eventuali CoronaBoc”.

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