Linquinamento di Asti ricorda quello di una grande città. Questo è uno dati emersi nel corso dellincontro di Legambiente, tenutosi sabato allospedale di Asti e moderato da Giancarlo Dapavo,
Linquinamento di Asti ricorda quello di una grande città. Questo è uno dati emersi nel corso dellincontro di Legambiente, tenutosi sabato allospedale di Asti e moderato da Giancarlo Dapavo, presidente del circolo Gaia di Legambiente di Asti. Il titolo della locandina descrive perfettamente la situazione: Malaria. Comè stato spiegato durante la presentazione dellincontro, il cuore di Asti non è stato concepito per il traffico attuale. Il livello dinquinamento è molto simile a quello di una grande città come Torino.
Le conseguenze degli inquinanti come pm10 e pm2,5 sono note; ma sono state ulteriormente chiarite dagli studi presentati dalla dottoressa Claudia Galassi epidemiologa e dal dottor Alessandro Mastinu, pneumologo. Anche se il fumo resta la principale minaccia per i nostri polmoni, il rischio rappresentato dalle polveri sottili come il pm10 è inferiore, ma interessa un numero meggiore di persone. Inoltre si registrano effetti, seppur minimi, anche al di sotto dei limiti di legge esistenti, di alcune sostanze. In zone particolarmente inquinate, si può registrare una diminuzione dellaspettativa di vita, un aumentano dei problemi respiratori, anche nei primi anni di vita. Il tutto con costi sociali. Pensiamo agli accessi agli ospedali per problemi respiratori, cardiaci e circolatori riconducibili allinquinamento o per incidenti stradali.
Non sono mancati gli interventi dei presenti che hanno segnalato, ad esempio, la situazione di corso Alessandria, con cumuli di rifiuti e roghi che richiedono lintervento dei vigili del fuoco e delle forze dellordine giorno e notte. Gli stessi commercianti di corso Dante, rappresentati da Anna Oliva, sarebbero favorevoli a una limitazione del traffico. Sensibilizzare le persone e le autorità su questi temi, questo è stato il vero obiettivo dellincontro, illustrando i dati delle ricerche effettuate, in particolare i dati dello studio chiamato Escape, basato sullanalisi di gruppi di persone europee nel tempo.
Come è possibile che una città delle dimensioni di Asti, ma anche paesi vicini, con una presenza industriale ormai limitata, raggiunga questi livelli? Il problema principale, secondo lArpa, è il traffico veicolare. Più del 50% del traffico è definito come parassita; si usa lauto per poche centinaia di metri. Nel corso degli interventi di Giancarlo Dapavo e del vicepresidente interregionale di Legambiente Federico Vozza, sono state proposte soluzioni. Oltre a convincere la popolazione a ridurre luso dellautomobile, occorre ragionare anche sulle decisioni politiche. Il trasporto su gomma resta quello maggiormente incentivato, la diminuzione dei servizi di trasporto pubblico come i treni, provoca una reazione a catena che rende indispensabile un uso maggiore dellauto. Conseguenze che avrebbero conseguenze negative anche in vista di Expo2015 pensando ai collegamenti per Milano.
Puntare sul potenziamento dei mezzi pubblici, riproporre zone a velocità controllata a 20 e 30 km orari, ztl e piste ciclabili. Arrivando a ciò che è stato definito come un effetto staffetta tra le amministrazioni. Una volta compresa lefficacia di queste soluzioni, vinta una resistenza iniziale, verrà naturale alle amministrazioni potenziare queste iniziative. Il sindaco Brignolo, lassessore Parodi e il consigliere comunale Caracciolo, erano presenti allincontro. Il primo cittadino ha sottolineato la volontà di ricorrere a soluzioni per ridurre la situazione dellinquinamento e migliorare la vivibilità Astigiana.