Passeggiata astigiana ieri pomeriggio per Enrico Letta, segretario del Pd a sostegno della candidatura di Paolo Crivelli.
Partendo dall’ex Michelerio ha percorso tutto corso Alfieri e “tagliato” per piazza San Secondo passando davanti al Municipio dove ha detto al candidato del centrosinistra alle prossime amministrative: «La prossima volta che vengo ad Asti, salgo sopra a salutarti nel tuo ufficio da sindaco». Poi ancora giù fino ai Giardini Pubblici dove ha incontrato candidati consiglieri e cittadini.
Non senza qualche battuta autoironica, tipo l’augurio a Crivelli di una campagna elettorale “serena” subito ritirata visti i suoi precedenti con questo aggettivo e Renzi.
Altra battuta applaudita quando ha rivelato di avere sempre qualche sussulto quando pensa che il Pd è al governo con la Lega ma: «poi mi alzo, bevo due bicchieri e penso che se è per il bene del Paese, è giusto che sia così».
Parlando nello specifico di Asti, la ricetta del segretario Pd è quella di una città inclusiva, basata sull’apertura e sullo sviluppo del lavoro e della competitività con risorse che guardino all’internazionalizzazione dei suoi marchi e dei suoi prodotti. Un export spinto tutelato da un’Europa forte che sa proteggere i suoi marchi e le sue eccellenze.
A chi gli ha chiesto se queste amministrative avranno anche una valenza politica ha risposto netto: «No, direi proprio di no perchè noi siamo per il “civismo”. Si vota per il sindaco della città con un approccio civico e dunque a livello nazionale non ci saranno conseguenze dopo il voto amministrativo».
Coda con una difesa delle leggi che toccano i diritti della persona: «Siamo spesso sbeffeggiati perchè ci chiedono di occuparci di lavoro e non di Ius Soli o DDL Zan: sono accuse offensive nei confronti della società. Vero che la priorità sono lavoro e ripartenza ma con quel ragionamento lì il nostro rimarrà un Paese arretrato che non dà risposte a figli di immigrati di seconda e terza generazione alimentando una insopportabile marginalizzazione. Così come gli altri diritti. Non c’è alternativa. E’ come se ci dicessero di scegliere fra respirare e mangiare. Non si può mettere in contrapposizione lavoro con i diritti, altrimenti non si è capito nulla di come debba funzionare una società moderna».
E poi il tema caldo della sicurezza, anche nella nostra città.
«Ci siamo colpevolmente fatti scippare dalla destra due parole che non sono di destra: libertà e sicurezza. Concetti che se interpretati come sicurezza pubblica sono straordinariamente di sinistra. Pensiamo solo alla sicurezza sanitaria: abbiamo garantito la salute dell’Italia e degli italiani mentre la destra quanto ha contestato le regole e le norme imposte per mantenerla».
(Photogallery Ago)