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Attualità
Vesime

Lotta alla burocrazia e politiche di valle nell’incontro del presidente Cirio in Valle Bormida

Il sindaco di Bubbio, Stefano Reggio, ha segnalato le difficoltà nei progetti di “area interna”

Dall’agricoltura ai progetti di vallata, passando per soluzioni di contrasto agli eccessi di burocrazia e agli sviluppi riguardo al problema della fauna selvatica, sono stati svariati gli argomenti dell’incontro con gli esponenti dell’amministrazione regionale—il presidente Alberto Cirio, il vice Fabio Carosso e l’assessore Marco Gabusi—svoltosi lo scorso mercoledì mattina al municipio di Vesime. Ad accoglierli la sindaca vesimese Pierangela Tealdo, in sala sindaci, amministratori e cittadini e personale dell’Unione Montana Val Bormida.

Da Stefano Reggio, primo cittadino di Bubbio, sollecitazioni in merito alle risorse per i progetti di “area interna”: «Spiace avere confronti a volte anche accesi con gli enti coinvolti, vedasi le ASL di diverse province, ma molti passaggi finiscono per non coinvolgere i comuni, e questo è un problema». Dal presidente Cirio, l’opinione concorde sulla necessità di un nuovo approccio: «Un modello di 9 anni fa, rispetto a cui sono cambiati radicalmente costi ed esigenze. Il metodo delle “aree interne” era a trazione sociale, per scelta dell’epoca, ma devono essere i sindaci a gestire. L’alternativa sono problemi come in Val Maira, dove si prevede una scuola ma sono mutate le condizioni». Quale la nuova direzione della Regione in questo senso? «Dare priorità alle intese, più snelle anche rispetto agli accordi di programma. Ne parleremo a settembre. In generale, l’utilizzo dei fondi europei deve andare a progetti che altrimenti non potresti realizzare. Salvo le emergenze, è sbagliato sostituirli a spese che avresti fatto con diversi portafogli».

Altro problema cogente, quello della fauna selvatica. Il vicepresidente Carosso ha rimarcato come la legge sulla caccia sia obsoleta: «Stiamo facendo notare, ma non sempre ci ascoltano, come territori diversi abbiano problemi diversi. In Sardegna non hanno il problema del lupo, in provincia di Bolzano ci sono gli orsi». La Regione ha ricevuto da Roma molte pagine di annotazioni riguardo alle proprie proposte, elemento su cui Cirio ha ironizzato: «Non possiamo più permetterci le regole scritte senza conoscere le realtà. Le stesse limitazioni agli abbruciamenti delle sterpaglie sono un problema. Come proposta alternativa, puntiamo a supportare gli agricoltori di mezzi appositi. Se il ramo di una pianta si stacca, perché malato, e non lo si può bruciare, deve essere possibile portarlo via in tempi rapidi».

Altra criticità, sollevata dal sindaco di Montabone, Giovanni Gallo, le carenze idriche estive: «Come spieghiamo ai turisti che ad agosto è purtroppo normale che l’acqua manchi? La siccità attuale rischia di aggravare il problema». Dall’assessore Gabusi, un aggiornamento sui piani regionali di “mini invasi”: «L’idea è anche contenere le risorse idriche. Si sta studiando un progetto ampio con Egea. Il ciclo idrico può essere virtuoso e per progetti validi si trovano i fondi». Dal presidente Cirio un’annotazione finale sui mutamenti nel lavoro agricolo: «L’irrigazione diventa centrale, insieme a sistemi per trattenere l’acqua. Per esempio a Cravanzana inizieremo ad avere vasche prefabbricate a per questa destinazione».

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