Non ci sono stati solo saluti entusiastici dei suoi elettori, ma anche manifestazioni di dissenso oggi pomeriggio in occasione della visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Sulla rotonda di piazza Alfieri, fra i portici Pogliani e il palazzo della Prefettura, è stato allestito un presidio organizzato da Uniti si Può e dalla Casa del Popolo con striscioni, bandiere, cartelli e una non stop di militanti al megafono per elencare tutto ciò che di questo Governo non condividono.
«Ha avallato un fisco ingiusto senza perseguire l’evasione fiscale – hanno urlato – ha ridotto il sostegno alla famiglia reintroducendo l’Iva su prodotti essenziali e tagliando fondi per gli asili, ha definanziato la sanità pubblica favorendo quella privata, ha tagliato i fondi per il sostegno agli affitti, ha predisposto una riforma delle pensioni che riesce ad essere peggiore della legge Fornero, attacca la Magistratura per coprire gli scandali di Ministri e sottosegretari, attacca il diritto di sciopero e i diritti delle classi lavoratrici, attacca i diritti civili creando famiglie di serie A e di serie B. E poi – hanno proseguito – ha occupato la Rai trasformandola in un “servizio di regime”, ingerisce sulla stampa pubblica con una spudorata campagna di disinformazione sulla pelle di donne, bambini e immigrati. Non tassa gli extraprofitti ma si oppone ad un dignitoso salario minimo».
Criticata anche la posizione dell’Italia sulla mozione all’Onu che chiedeva il cessate il fuoco a Gaza. Non piace neppure il “pacchetto sicurezza” che viene considerato un attacco alla povertà, paragonata, dicono gli oppositori, ad un reato.
Alla protesta organizzata del presidio si sono aggiunte alcune proteste “individuali” come quella del maestro Giampiero Monaca, anima della metodologia didattica Bimbisvegli, licenziato per interruzione di pubblico servizio che lui aveva attuato quando non gli è stato più possibile applicare in toto il suo metodo.
Monaca ha atteso in mezzo al pubblico assiepato l’arrivo del corteo ministeriale che accompagnava la Presidente del Consiglio indossando una maglietta con su scritto: “L’Italia spreca ogni giorno 101 milioni in spese militari. Chissà quante vigne, scuole, ospedali si finanzierebbero ripudiando le armi?”.
E in piazza Alfieri non una protesta ma piuttosto un appello alla Presidente affinchè, con il suo omologo albanese Rama, firmi finalmente il patto bilaterale che sbloccherebbe finalmente la possibilità di riunire gli anni di contributi per andare in pensione: sia per gli albanesi in Italia che per gli italiani in Albania.
Una risposta
Un mese in anticipo …. E del tutto inutile e dannosa