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Mille firme per il recupero del vecchio ospedale
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Mille firme per il recupero del vecchio ospedale

L’associazione Dalla Parte degli Astigiani ha promosso una raccolta firme a favore del recupero dell’immobile del vecchio ospedale. Le firme degli astigiani sono poi state inviate al Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino

L’associazione Dalla Parte degli Astigiani ha promosso una raccolta firme a favore del recupero dell’immobile del vecchio ospedale. Le firme degli astigiani sono poi state inviate al Governatore del Piemonte Sergio Chiamparino e al presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus.

Nella lettera inviata in Regione viene descritto lo stato di abbandono in cui versa l’immobile, “ormai spogliato dalla delinquenza da qualunque tipo di metallo, danneggiato dai vandali e dagli irregolari che lo hanno eletto a domicilio dei loro loschi affari o meglio, zona franca dove ripararsi da occhi indiscreti – si legge nella missiva inviata in Regione – e ormai invaso dalla vegetazione incontrollata che, oltre a danneggiare gravemente la parte storica della costruzione, la rende perfetta per la riproduzione dei topi (i quali poi si riversano nell’adiacente Parco Pubblico)”. La struttura del vecchio ospedale “giace insieme all’immobile di Via Orfanotrofio, occupato abusivamente da tempo immemore, e alla bellissima Maternità, in condizioni che definire vergognose rendono una vaga e poco reale immagine dello stato in cui versano”.

Le firme, raccolte in un breve lasso di tempo, dall’11 al 24 luglio, sono più di mille, dichiarano gli esponenti dell’associazione Dalla Parte degli Astigiani, e questo fatto, scrivono nella lettere alla Regione “rende ancora più nitida la percezione che per gli Astigiani venga vissuto come un problema cogente oltre che un pericolo per le attività produttive e i semplici cittadini”.

Gli esponenti dell’associazione sanno benissimo che l’ente torinese non ha responsabilità nè colpe in questa situazione, ma confidano in un loro interessamento e li invitano ad un sopralluogo dei siti indicati, “mettendoci in condizione di intervenire e proporvi soluzioni anche temporanee ma che permettano almeno il ripristino delle condizioni di legalità minime che una civile società deve necessariamente garantire per chiamarsi tale”.

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