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Attualità

Moncalvo, alla Rsa “Gavello” aspettano gli esiti dei tamponi da una settimana

I parenti degli anziani ospiti non si spiegano tale ritardo. E gli OSS hanno fatto gli esami solo ieri al “drive in”

Perchè tanto ritardo?

Non trova ancora una soluzione la situazione tamponi alla Casa di Riposo Gavello di Moncalvo. Dopo 40 giorni dalla prima positività all’interno della struttura e a oltre una settimana dall’esecuzione degli esami sugli ospiti, fino a ieri sera ancora non si conoscevano i risultati. Una circostanza che ha del paradossale, visto che in altre realtà della provincia di Asti i tamponi sono stati eseguiti e gli esiti comunicati nel giro di appena tre giorni. Va detto che la situazione all’interno della struttura moncalvese è sostanzialmente sotto controllo, questo grazie alla professionalità di tutti gli operatori sanitari e della direzione della Casa di Riposo. Un ritardo del genere, tuttavia, potrebbe inficiare notevolmente l’azione di contenimento contro il propagarsi del virus.

Gli OSS lo hanno fatto solo ieri al “drive in”

A rendere ancora più preoccupante la gestione dei tamponi, giunge la notizia che, solo ieri a una settimana dai test ai degenti, gli operatori sono stati chiamati per fare il tampone. Sono dovuti andare al “drive-in clinic” di Casale Monferrato da soli, uno per macchina, a fare gli esami. Per alcuni di loro anche una notizia che avrebbe del comico se non fosse per il contesto nel quale ci troviamo: era stato comunicato il giorno sbagliato e così sono stati rimandati a casa con l’invito a ripresentarsi oggi.

Lo sfogo di una parente di un anziano ospite

«Non abbiamo ancora ricevuto notizie. È una situazione assurda. Incredibile», dice Marisa Monti, storica impiegata comunale di Moncalvo ora in pensione, la cui mamma è una dei circa 50 ospiti della Gavello. «Sono arrabbiata – continua Marisa Monti – si è perso già molto tempo e non capisco perché anche nel comunicare gli esiti si debba aspettare così tanto. Meno male che i nostri cari sono curati e seguiti bene dalle operatrici ma se ci fossero stati casi gravi che una diagnosi precoce avrebbe potuto prevenire?». Una domanda, che tanti si pongono, alla quale qualcuno dovrà dare, prima o poi, delle risposte. È di ieri la notizia che diverse procure piemontesi, tra cui Asti e anche Vercelli, competente territorialmente per il Comune di Moncalvo, si stanno muovendo aprendo appositi fascicoli di indagine.

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