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Parlano i gestori

Movida e regole: le difficoltà di chi organizza eventi musicali ad Asti

I gestori spiegano alcuni “casi” che hanno fatto discutere e che rendono difficile poter lavorare

Controlli a campione, o su segnalazione, da parte della polizia municipale e dell’Arpa, difficoltà a stare al passo con le DIA, scrupolosa osservanza delle deroghe per fare musica live fino all’una di notte (ma non oltre), vicini intolleranti che vorrebbero sentire solo i grilli: ad Asti gestire un locale frequentato dai giovani non è un’impresa facile. Il recente “caso” politico approdato in Consiglio comunale con un’interpellanza dall’opposizione ha posto l’attenzione su queste e altre questioni sollevando il dubbio che la città possa davvero diventare un dormitorio. Ma i gestori dei locali cosa ne pensano?

Virgilio Saia è il gestore di uno dei luoghi più frequentati dai giovani, “La Capannina” nei pressi del campo da Rugby. Il 22 luglio sulla pagina Facebook della club house è comparso un messaggio che ha messo in allarme gli avventori: “La Capannina comunica ai propri clienti che il dirigente comunale ci ha diffidati da continuare le serate del venerdì sera. È una situazione assurda che non premia chi, come noi, ha fatto investimenti e lavorato nella legalità!”. Per due settimane il locale è rimasto chiuso, ma non per una questione di rumore bensì per un aspetto più burocratico. «Siamo una realtà totalmente in regola, che paga le tasse. – spiega il titolare – Abbiamo sempre lavorato in giro come organizzatori di eventi e quando ci hanno chiesto di prendere in gestione questa struttura l’abbiamo fatto. Purtroppo è emerso che, stando a quanto sostenuto dal Comune, possiamo effettuare somministrazione ma solo ai soci o in occasione di eventi sportivi del rugby. Ma qui, niente musica. Ovviamente se ciò fosse confermato non sarebbe sostenibile dal punto di vista economico e saremmo costretti a chiudere per andare altrove, ad Alba, dove hanno dimostrato interesse per il nostro format».

Saia è ben consapevole che le regole debbano essere rispettate, «purché siano uguali e trasparenti per tutti». “La Capannina” sorge su un terreno del Comune, ha un contratto di gestione con l’Asti Rugby, ma ha come referente l’assessorato ai Lavori Pubblici. Il punto da risolvere con il Comune è capire se l’attività possa essere svolta solo per soci e a servizio degli eventi sportivi, oppure se sia davvero un locale pubblico senza limitazioni.

Un altro gestore, che però chiede di restare anonimo, spiega che uno dei problemi più sentiti riguarda i limiti acustici molto bassi, specie in alcune zone, che obbligano a chiedere delle deroghe (con relativi controlli), ma anche a presentare DIA diverse per ogni complesso o gruppo live che dovesse esibirsi. «Ogni DIA costa circa 500 euro – spiega – e per questo abbiamo deciso di sospendere gli eventi live. Un peccato perché abbiamo spesso ospitato gruppi musicali di Asti che hanno molte difficoltà a trovare spazi dove poter suonare. Ora andiamo avanti facendo dj set, serate con musica anni ‘60, etc.».

Chiaramente c’è poi un altro discorso, non secondario: «Il problema non è solo avere regole più semplici, ma c’è bisogno anche di maggiore tolleranza da parte dei cittadini che non possono, a luglio, pretendere di zittire la musica alle 21,30».

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