Vittorio Sgarbi battezza la Fondazione Asti Musei
«Quando vengo ad Asti mi sento a casa per la straordinaria accoglienza da parte delle istituzioni. Mi attendo che mi diano una cittadinanza onoraria, o almeno simbolica. Con questa nuova Fondazione che gestisce i musei e offre un biglietto unico per visitarli, Asti è un modello per l’Italia e per l’Europa, una formula che non è riuscita a realizzare neanche Venezia». Così Vittorio Sgarbi ha tenuto a battesimo la Fondazione Asti Musei intervenendo, lunedì pomeriggio, alla conferenza stampa/evento che ha ufficializzato anche il nuovo direttore del polo museale integrato, Filippo Ghisi.
Prima della conferenza a Palazzo Mazzetti, Sgarbi ha avuto modo di visitare la mostra “Chagall – Colore e Magia” recentemente inaugurata nello stesso palazzo. Ad accompagnarlo sono stati il sindaco Maurizio Rasero, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Mario Sacco e il neo direttore Ghisi. Durante il suo intervento, in una sala conferenze alla presenza di tutte le massima autorità cittadine, territoriali, del vescovo Ravinale e dei rappresentanti delle principali istituzioni, Sgarbi ha più volte lodato la capacità della Fondazione di aver dato vita a un progetto di gestione unitaria dei musei, ma ha anche auspicato che la cultura, intesa come preservazione e fruizione dei beni che appartengono ad una comunità, possa essere davvero alla portata di tutti. «Non c’è ragione al mondo che i musei non siano gratuiti – ha dichiarato il professore – anche perché quando i giovani hanno 15 euro da spendere non li mettono in un museo, ma altrove».
Poi ha spiegato meglio il suo pensiero: «Magari bisogna immaginare un ingresso a offerta, oppure con un prezzo politico, magari facciamo pagare gli stranieri che vengono in visita e, di certo, cerchiamo di aprire i musei anche in orario dove la gente che lavora possa visitarli, ad esempio la sera dalle 18 a mezzanotte».
Una rete museale in crescita
Il presidente della Fondazione Mario Sacco ha ribadito l’importanza strategica del polo museale integrato che vuole cresce «aprendosi anche ad altre realtà come il Museo Diocesano di San Giovanni, il Paleontologico, senza dimenticare altre realtà culturali e scientifiche della provincia come il Museo degli Antichi Mestieri di Cisterna o l’associazione culturale Guglielmo Caccia con cui ci sono già dei contatti».
Sacco è poi tornato sulla mostra di Chagall «la quale sta portando tanti visitatori, fuori dalla media, tra cui esperti d’arte che poi visitano anche gli altri musei cittadini». Per quanto riguarda il neo direttore Ghisi, in servizio il 1^ ottobre, Sacco ha voluto ricordare gli obiettivi che dovrà raggiungere: «Organizzare la rete e aumentare i visitatori, recuperare nuove risorse con progetti ministeriali e comunitari e attuare una strategia didattica perché vogliamo portare nei nostri musei tutte le scuole affinché i nostri figli e nipoti conoscano la storia di Asti».
La scelta del nuovo direttore
Il sindaco Maurizio Rasero, intervenendo prima di Sgarbi, ha invece evidenziato che aver aderito alla Fondazione Asti Musei «non vuol dire regalare ad altri il patrimonio culturale, ma farlo gestire da un professionista, qualcuno identificato da un soggetto esterno tra oltre 100 curricula pervenuti». Ancora una volta il sindaco ha ringraziato gli altri enti locali per il lavoro di squadra che si sta facendo dove «ognuno mette qualcosa e nessuno si pone davanti, ma si lavora insieme per arrivare a obiettivi comuni». Infine una curiosità, raccolta al termine della conferenza evento: Sgarbi potrebbe tornare a dirigere una futura edizione di AstiTeatro di cui fu direttore artistico nel 2000.