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Nord Astigiano, le foto del “prima e dopo” siccità che testimoniano il disastro ambientale a Muscandia

Di disastro ambientale il biologo e naturalista Franco Correggia parla da molto tempo e proprio pochi giorni fa ci aveva affidato una dettagliata analisi di quanto la siccità di questi mesi aveva tolto al ricchissimo patrimonio di biodiversità del Nord Astigiano.

Nei giorni scorsi ha fatto un giro per i boschi e gli ambienti naturali più caratteristici della zona di Muscandia e dell’area ricompresa fra Castelnuovo Don Bosco, Pino d’Asti, Passerano Marmorito, Capriglio testimoniando fotograficamente lo stravolgimento forestale.

Vengono sommariamente documentate le trasformazioni nel tempo di 5 contesti ambientali locali, tutti significativi sul piano degli equilibri ecologici dell’area (in termini di conservazione della biodiversità e dell’omeostasi ecologica territoriale). Le foto attuali (post-siccità) sono state  scattate negli ultimi tre giorni, quelle degli anni passati (pre-siccità) sono immagini dell’archivio personale di Correggia, profondo conoscitore e difensore dei boschi.

«Come ho già avuto modo di scrivere, nelle nostre campagne, a causa del combinato disposto tra temperature molto elevate e assenza totale di precipitazioni – spiega Correggia –  si registra oggi la morte di innumerevoli alberi, di interi settori boschivi, delle felci, dei muschi, delle erbe nemorali. Non esiste più acqua da nessuna parte, pertanto sono scomparse moltissime specie idrofile e igrofile. La cosa più grave, accanto alla sofferenza estrema degli ambienti forestali, è il collasso definitivo degli ecosistemi acquatici. Il completo e prolungato disseccamento di ogni rio, ruscello, stagno e sorgente ha comportato l’annientamento di tutte le biocenosi che li caratterizzavano. La ricolonizzazione di questi ambienti (ammesso che torni a piovere) sarà un processo lento, difficoltoso e parziale.

Spero che queste immagini, pur nella loro banalità, siano sufficientemente eloquenti e inducano un po’ di prudenza e di ritegno in coloro che continuano a ripetere vanamente che di estati siccitose ce ne sono sempre state».

 

Per dare un aiuto pratico

In questi giorni di calura infernale, Correggia con alcuni amici dell’associazione TBGM, sono andati  nei boschi dell’area nord-astigiana e hanno collocato moltissimi contenitori colmi d’acqua per aiutare la fauna selvatica (invertebrati e vertebrati) a superare questa terribile siccità, che espone gli animali a un rischio altissimo di disidratazione letale. «Abbiamo utilizzato banalissime vaschette e bacinelle di plastica,  interrandole per pochi cm e bloccandole sui lati con rami secchi per impedirne il capovolgimento. Abbiamo inoltre apposto un legnetto che collega a guisa di ponte l’acqua con l’esterno, per consentire una via di fuga a piccoli animali caduti accidentalmente nel contenitore. Periodicamente andiamo a ricolmarli. Quando ricomincerà a piovere (se mai accadrà) rimuoveremo i contenitori dal bosco, per evitare di rovinare l’estetica e l’equilibrio dell’ambiente forestale.

È senz’altro una goccia nel mare (o meglio, nel deserto), in quanto per ottenere risultati significativi occorrerebbe posizionare milioni di contenitori d’acqua. Tuttavia, per un singolo e specifico animale selvatico, incontrare i nostri punti d’acqua in questi giorni roventi fa letteralmente la differenza tra vivere e morire. Se qualcuno volesse clonare la nostra iniziativa».

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