Cerca
Close this search box.
tracciato giallo
Attualità
Mobilità

Nuova tangenziale Sud/Ovest, i dubbi di Confagricoltura

L’associazione interviene sull’ipotesi di costruire il Caso a discapito del suolo e senza dati aggiornati – Il no dell’urbanista Carlo Ratti

Sono passati tre mesi dal Consiglio comunale aperto sul Caso (Collegamento Asti Sud Ovest) nel quale si sono confrontate le posizioni, contrarie e favorevoli, sulla costruzione della nuova “mini tangenziale”. Tre mesi, che si aggiungono ai precedenti tredici dalla presentazione di tutti i possibili tracciati da parte della Regione e di Anas, avvenuta a marzo 2023, nei quali non è stato fatto né un passo avanti né uno indietro rispetto alla scelta del tragitto (quasi certamente quello giallo) e all’affidamento della progettazione definitiva alla stessa Anas. Ma mentre il tempo passa, continuano ad aumentare le voci contrarie al progetto e le interpellanze al sindaco che lo invitano a rivedere i dati tecnici forniti a sostegno della nuova opera.

Dopo la contrarietà al tracciato giallo, che passerebbe su zone agricole e aree verdi, espressa dalla Coldiretti anche Confagricoltura solleva più di una perplessità sul Caso e sui dati tecnici e scientifici richiamati per sostenere che produrrebbe un beneficio al traffico cittadino. Sebbene si tratterebbe di una mini tangenziale con una sola corsia per senso di marcia, si parla comunque di un’opera che andrebbe a consumare parecchio suolo in una delle ultime zone totalmente agricole della città.

«Va da sé che rimaniamo veramente stupiti che un’opera di questo tipo e di queste dimensioni non si basi su dati realmente misurati e aggiornati con le più recenti tecnologie – commenta il presidente di Confagricoltura Asti Gabriele Baldi – Riteniamo che studi quantitativi di fattibilità / necessità / impatto debbano consentire di superare posizioni di preconcetto per cui in modo ideologico si presentano schieramenti contrapposti senza serie logiche di valutazione: mondo agricolo e ambientale che rischiano di esprimere un no a prescindere sul progetto, ma altrettanto il settore delle costruzioni che probabilmente lo approva a scatola chiusa». C’è poi il problema della cementificazione.

«Nel 2022, nella nostra provincia – aggiunge il direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle – abbiamo consumato e quindi impermeabilizzato 27,18 ettari (di cui 7,22 nel Comune di Asti). È una superficie importante. Consideriamo che un campo da calcio, solo per quanto riguarda il terreno di gioco, ha una superficie di 7.140 metri quadrati: questo significa che nel 2022, nel nostro territorio provinciale, abbiamo consumato una superficie di poco superiore a 38 nuovi campi da calcio». Confagricoltura chiede quindi di essere coinvolta nel processo decisionale sul Caso, «che deve però disporre di dati reali e di possibili soluzioni alternative».

Una nuova maxi interpellanza

Nel frattempo in Consiglio comunale tutta le forze di opposizione hanno sottoscritto una nuova interpellanza dove sollevano, ancora una volta, quelle che considerano essere delle carenze nei dati e le criticità rispetto alla costruzione della nuova tangenziale. Ma questa volta, a sostegno del fronte del no, vengono citati i pareri di esperti come Carlo Ratti, architetto e urbanista, professore al Mit di Boston e al Politecnico di Milano, che considera il Caso un grave errore anche perché, secondo nuovi studi di traffico portati all’attenzione dei consiglieri dallo stesso Ratti «negli orari di punta sarebbero al massimo 300-400 veicoli l’ora a transitare per senso di marcia» e non 3.000.

Quindi un traffico «da strada di campagna, non da strada a scorrimento veloce». Nell’interpellanza sono stati inseriti i dubbi di Ratti anche sull’effetto domino che l’opera avrebbe a discapito del turismo (si raggiungerebbero le Langhe senza più bisogno di entrare ad Asti) e sull’aumento di traffico che si avrebbe nella zona del cavalcavia Giolitti e in quella dell’Obi. Inoltre i consiglieri di minoranza hanno richiamato anche un secondo parere negativo, quello dell’architetto e urbanista Domenico Catrambone che sulle pagine del nostro giornale ha definito «a dir poco ridicolo» il rapporto tra benefici diretti e costi di realizzazione dell’opera.

[il tracciato giallo del Caso]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale