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Filippo
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Intervista

Palio, Filippone: «Coronato il mio sogno»

Il nuovo Capitano: «Sarò a completa disposizione dei Rettori e cercherò di coinvolgere i più giovani. Non ho asce di guerra da dissotterrare, voglio che tutto proceda in armonia»

Durante lo scorso Consiglio del Palio è stato eletto Capitano Gianbattista Filippone, chiamato a prendere il posto di Michele Gandolfo. Seduta piuttosto travagliata, con sei preferenze ottenute da Filippone nella prima tornata, poi diventate dieci nella seconda dopo circa un quarto d’ora di Consiglio durante il quale il Sindaco Rasero aveva proseguito la seduta alla presenza dei soli Rettori.

Al nuovo Capitano abbiamo domandato quanto fosse per lui importante andare a ricoprire questa carica.

«Fare il capitano era un desiderio che avevo fin da quando ero bambino. Ho sempre sognato di stare su quel cavallo per il giro di pista ed anche l’attività che svolgo ha contribuito a tenermi a stretto contatto con un mondo che amo da sempre. Un giorno il Sindaco mi ha chiesto se avessi desiderato fare il Magistrato. Si è aperta così una porta, ho iniziato un percorso che ora, diventando Capitano, è andato a chiudersi.»

Come hai vissuto i momenti precedenti la tua elezione?

«C’erano in proposito diversi “rumors” che giravano. Ho chiesto un incontro con i Rettori la sera precedente il giorno del Consiglio proprio per capire quanto fossero vere queste voci. Non tutti i miei dubbi sono stati fugati, ma le elezioni incombevano e con un pizzico di orgoglio personale ho proseguito sulla strada intrapresa ben sapendo che la situazione era difficile. Ero l’unico candidato e sapevo di avere la fiducia dell’Amministrazione. Ora voglio provare a dimostrare a tutti i Rettori che non mi hanno votato che, senza pregiudizi riguardo alla mia persona, insieme si potrà fare un buon lavoro.»

Mai pensato nell’immediatezza del voto di fare un passo indietro?

«Proprio in occasione dell’incontro la sera prima del Consiglio ho domandato ai Rettori se ci fossero dei problemi o dei dubbi da parte loro relativamente alla mia candidatura. In quel caso ho detto loro che potevo fare un passo indietro. Nessuno di loro però mi ha avanzato dubbi o problematiche e credevo di avere un loro consenso più forte. Poi al momento del voto sappiamo tutti invece come è andata.»

Come intendi impostare il tuo mandato da Capitano?

«Lavorando sui più giovani e mettendomi a completa disposizione dei Rettori. Accetto e comprendo ciò che probabilmente pensano di me, ma vorrei con loro impostare un rapporto franco, cercando di chiarire ogni dubbio. Pertanto impegno totale e completa disponibilità. Garantirò la mia presenza agli impegni istituzionali. Non ho ascie di guerra da dissotterrare, voglio che tutto proceda in armonia.»

Intendi ispirarti a qualcuno dei Capitani che ti hanno preceduto?

«Ho apprezzato in particolare alcune iniziative di Enzo Clerico e l’impostazione data alla carica da Paolo Bagnadentro. Vorrei essere un Capitano che riassume l’operato di queste due figure in una sorta di mix.»

In quale modo intendi interfacciarti con i Rettori? Con incontri di gruppo oppure dialogando con loro singolarmente?

«In tutti e due i modi. Incontri singoli per approfondire la conoscenza con quelli con cui ho un rapporto meno consoidato ed in gruppo ascoltando i loro “desiderata” e fare da tramite e da collante tra il Collegio e l’Amministrazione. Vorrei che imparassero a conoscermi meglio: sono una persona semplice, non certo il demonio. Credo che con la fiducia reciproca si possa portare avanti un ottimo lavoro.»

Il tuo Gruppo: idee, programmi, partecipazioni….

«Con i ragazzi, fantasticando in passato sulla possibilità di diventare Capitano, ho sempre puntualizzato che il nostro deve essere un Gruppo seduto intorno ad una tavola rotonda. Quindi non il Capitano e il suo Gruppo, ma il Gruppo del Capitano. Ci divideremo i compiti. Ad esempio due di noi, quando sarà il momento, seguiranno i lavori di allestimento della pista, due saranno alle visite veterinarie, due con l’Amministrazione e così via. Non sempre quiindi dieci o dodici persone a presenziare a singoli eventi.

Chiudiamo parlando del futuro del Palio: tu come lo vedi?

«Sicuramente roseo. Ci sono margini per lavorare bene. Se riusciamo a risolvere gli ostacoli legati alla pista, allo steccato della stessa e soprattutto se riusciremo a costruire una pista nostra come ha in progetto l’Amministrazione sarà un passaggio decisivo. Non è per piaggeria, ma abbiamo la fortuna di avere un Sindaco che conosce alla perfezione la macchina paliesca e sa come farla funzionare. Talvolta le sue decisioni possono apparire dure e difficili da digerire, ma, in ultima analisi, sono sempre mirate ad un miglioramento della manifestazione.»

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