Si è svolta giovedì, presso il Centro Culturale San Secondo, la tavola rotonda organizzata da Nursind Piemonte e intitolata “Covid-19 e vaccinazioni”, i cambiamenti della medicina e del territorio con particolare riferimento agli aspetti clinici, assistenziali, gestionali e normativi. Tra gli illustri ospiti presenti, l’avvocato Olindo Cazzolla, Visiting Professor c/o scuola anestesia e rianimazione Università campus Bio-medico di Roma, il prof. Francesco De Rosa, Dirigente malattie infettive Asti, il dott. Flavio Boraso, Direttore Generale Asl Asti, il dott. Francesco Coppolella, Segretario Regionale Nursind Piemonte, il dott. Gabriele Montana, Segretario Territoriale Nursind Asti e il sindaco di Asti, Maurizio Rasero. Moderatrice dell’incontro è stata la giornalista Betty Martinelli.
Il quadro generale emerso dagli interventi, almeno per quanto riguarda il settore sanitario, non ha rivelato quel miglioramento che ci si auspicava: «Dopo oltre un anno, dopo un’estate in cui si era dato il virus per “clinicamente morto” e dopo una terza ondata – ha sottolineato Francesco Coppolella – la situazione è rimasta uguale e se prima c’era la speranza di un cambiamento, adesso temo che cessando i contagi, la situazione potrebbe addirittura peggiorare».
Buone invece le notizie sul fronte ricoveri. «Asti è messa abbastanza bene, – ha informato Flavio Boraso – attualmente il reparto di terapia intensiva è vuoto e i malati ancora ricoverati sono in via di negativizzazione il che, per l’ospedale, significa tornare alla vita normale anche se questo non implica abbassare la guardia perché ciò sarebbe pericolosissimo». Una situazione ancora attenzionata quindi che però, se si continuano ad usare tutte le precauzioni, lascia ben sperare anche perché la campagna vaccinale sta continuando il suo corso. «I vaccini hanno rivoluzionato tutto, – conferma Francesco De Rosa – sono tutti efficaci e in grado di ridurre drasticamente sia i contagi che la mortalità e ci dispiace vedere ancora tanta resistenza, soprattutto verso Astrazeneca, dimenticando che persino i prodotti di erboristeria possono avere effetti negativi e che, virtualmente, nessuno di noi ha una controindicazione assoluta alle vaccinazioni».
Cambiamenti che hanno coinvolto anche il mondo legale come il decreto legge che tutela penalmente chi somministra vaccini: «Perché non tutelare anche chi sta nei reparti di terapia intensiva, o chi somministra altri tipi di vaccini?» si è chiesto Olindo Cazzolla. Amareggiato Gabriele Montana: «Un anno da dimenticare – ha detto – e se durante la prima ondata avevamo la solidarietà delle persone, inspiegabilmente la stessa cosa non è successa dopo».
L’insegnamento lasciato da questo periodo, secondo Montana è uno: «Non si può improvvisare nella sanità, bisogna agire sempre con personale preparato, pensare alle risorse umane e mettere al centro dei processi assistenziali il paziente, cosa che in questi anni è stata sostituita dai tetti di spesa». Una tavola rotonda dal sapore dolce-amaro durante la quale si è valutato un periodo improvviso e imprevisto, «dove sarebbe stato importante avere assistenza domiciliare qualificata – ha detto Boraso – e da cui dovremmo aver imparato – ha concluso riferendosi al numero di ospedali e di posti letto – a ragionare non sulla quantità ma sulla qualità e su un modello giusto».