In piazza Alfieri l’insolita protesta delle partite iva
Manifestare in gruppo non si può a causa delle restrizioni previste dal Decreto Legge 19 del 25 marzo scorso e non è possibile creare assembramenti né muoversi senza comprovati motivi di lavoro, necessità, salute o per fare visita ai congiunti. Però nulla vieta ai cittadini di incontrarsi “per caso”, camminando in un certo posto a una certa ora, portando appesi al collo cartelli arancioni con frasi in favore del lavoro. E’ stata questa la silenziosa quanto insolita protesta del popolo delle “partite iva” che lunedì mattina, all’inizio della Fase 2, ha voluto lanciare un messaggio al Governo: aiutateci e fatelo adesso.
La maggior parte delle partite iva non ha lavorato in queste lunghe settimane di lockdown, non ha incassato e, purtroppo, non ha neanche ricevuto sufficienti aiuti dallo Stato tali da poter garantire una ripartenza.
Parole tante, fatti pochi e per una partita iva non avere alcuna certezza di come poter affrontare il dopo emergenza significa rischiare di non aprire più l’attività. Un rischio più che serio e un possibile disastro economico che dev’essere evitato.
I cartelli e il messaggio al Governo
Così diversi piccoli imprenditori e partite iva, del tutto indipendenti e arrivati da soli in piazza Alfieri, hanno iniziato a camminare tra le auto, a distanza di sicurezza, rispettando i divieti vigenti, ma indossando cartelli molto significativi: SOS lavoro, liquidità immediata urgente a fondo perduto, condono tombale 2020, immediata semplificazione, apertura subito per le attività in regola col protocollo di prevenzione e sicurezza, no accertamenti. Una quindicina i cittadini che hanno aderito all’idea lanciata nei giorni scorsi da ATTIVA – Associazione Territoriale di Imprese e Lavoratori Autonomi con Partita IVA.
Ad Asti è Raffaele Giugliano, noto parrucchiere ed ex consigliere comunale, con attività all’interno dell’ospedale e in altre zone del centro, a presiedere il gruppo che dà voce alle partite iva in un momento molto difficile.
Anche lui è stato presente in piazza Alfieri e ha lanciato un segnale chiaro volto a chiedere aiuti, seri e tempestivi, in favore di chi non può ancora ripartire perché escluso dall’inizio della Fase 2.
E’ stata una “non manifestazione” silente, una sorta di flashmob atipico, ma soprattutto un segno di profondo disagio che le partite iva volevano indirizzare ai cittadini e ai politici. Ad ascoltare le loro richieste anche il sindaco di Asti Maurizio Rasero.
La nascita dell’associazione ATTIVA
«Elemosina di contributi, burocrazia per finanziamenti e le spese continuano ad arrivare – commenta Giugliano – Per il resto solo annunci, ma la cosa più grave sono i tempi. Ad oggi ho ricevuto i 600 euro di marzo che ho diviso tra tutti i miei collaboratori perché non hanno ancora visto i soldi della cassa integrazione. Suggerisco ai politici, prima di tenere conferenze stampa nella quali parlano di aiuti economici e altre forme di sostegno agli imprenditori, di fare i decreti e poi annunciare le misure». L’associazione ATTIVA continuerà a portare avanti le istanze delle partite iva locali, ma ha già avviato un confronto con il Consorzio Mercati Astigiani e con un neo gruppo di acconciatori ed estetiste per «dimostrare che ci sono tanti artigiani in grado di riaprire perché sono organizzati, hanno sanificato e hanno tutto l’occorrente per garantire la prevenzione sia per i collaboratori sia per la clientela».