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giovanni pensabene
Attualità

Pensabene: sul processo Atc
quattro dubbi da risolvere

Strana vicenda quella dello scandalo ATC. Intanto registriamo che nonostante l’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Asti e, più banalmente, il “comune senso del pudore” ne chiedessero le

Strana vicenda quella dello scandalo ATC.
Intanto registriamo che nonostante l’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Asti e, più banalmente, il “comune senso del pudore” ne chiedessero le dimissioni il Consiglio di Amministrazione dell’agenzia rimane al suo posto.
Oggi apprendiamo che  è già stata stabilita la data della prima udienza del processo che ha come unico imputato e reo confesso l’ex direttore Santoro. Pur plaudendo all’efficienza della macchina giudiziaria, qualche dubbio si propone. Primo dubbio: come mai si arriva già a processo? L’azione investigativa ha già finito il suo corso? Secondo dubbio: perché dal palazzo di giustizia è trapelato poco o nulla di questo caso? Eppure, solo qualche anno fa, ricordo procuratori e sostituti convocare conferenze stampa per fare il punto su indagini, sentenze di primo grado ecc, con dovizia di particolari. In questo caso solo silenzi. Perché?
Terzo dubbio: Santoro ha subito ammesso di essere colpevole, anzi: l’unico colpevole. E’ possibile che ci fosse questo flusso ininterrotto di denaro per 10 anni e nessun altro sapesse niente?  Imputati anche per fatti meno gravi, che poi sono risultati innocenti a sentenza definitiva, nella nostra città  sono stati sottoposti a più di un mese di carcerazione preventiva, lui non è mai stato carcerato. Quarto dubbio: per spendere quasi 9 milioni di euro in meno di 10 anni bisogna sostenere un ritmo di oltre 2500 euro al giorno, per 365 giorni all’anno e senza neanche santificare le feste! Una persona , per quanto affetta da shopping compulsivo, può fare tutto da sola? Ovviamente si tratta di dubbi di chi conosce le cose solo attraverso gli organi di informazione, ma credo che una vicenda che pesa sulle spalle e sui destini di tanta povera gente meriti maggiore trasparenza. Per questa ragione, a mio modestissimo parere, il cda dell’ATC, appena saputo della confessione dell’ex Direttore, avrebbe dovuto avviare l’iter per la successiva costituzione di parte civile dell’Ente e rassegnare contestualmente le dimissioni.
Non ho dubbi sull’onestà dei componenti il cda né sulla loro totale estraneità alle ruberie commesse. La responsabilità politica però non c’entra nulla con quella penale, che richiede di essere dimostrata nelle sedi competenti, né con l’onestà personale. Se hai la responsabilità politca della gestione di un Ente pubblico e, pur se a tua totale insaputa, qualcuno nell’Ente ruba milioni di euro, o sei quello che lo ha scoperto e denunciato oppure te ne devi andare a casa!

Giovanni Pensabene

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