La ripresa economica del Piemonte passa anche dalla legge regionale sulle modalità di rinnovo e assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico in prospettiva ambientale, territoriale e sociale.
L’articolato prevede il sostegno delle energie rinnovabili, gli interventi di compensazione sui territori interessati, le riqualificazioni dei bacini a valle degli invasi, il mantenimento della continuità fluviale e del rilascio del flusso d’acqua minimo vitale, la priorità dell’uso idropotabile dell’acqua.
Dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture idroelettriche, il Piemonte dovrà riassegnare 67 concessioni come primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia, ovvero quelle superiori a 3.000 kw, 11 delle quali scadute.
Oltre ad essere un modo per ridurre la concorrenza verso le imprese piemontesi da parte dei competitori di quei Paesi dove il costo dell’energia è notevolmente inferiore, per l’assessore all’Ambiente ed Energia, Matteo Marnati, si tratta di “una legge che regolerà la materia nei prossimi decenni, di un ritorno economico abbastanza immediato per la Regione ma anche di un ritorno ambientale, con un aumento del 15% di energia pulita prodotta con l’utilizzo di meno acqua. Con i nuovi bandi e le nuove concessioni ci saranno investimenti da parte di chi subentra, ovvero soggetti privati o misti pubblico-privati. Probabilmente le concessioni scadute da molto tempo dovranno subire della manutenzione, e chi le rileverà produrrà così benefici anche di tipo ambientale”.