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Piovà Massaia: rinnovata una tradizione con il pranzo alla chiesa della Madonna della Valle

Con musica e canti degli Alpini di Castelnuovo Don Bosco

Anche se non era stato ufficialmente programmato nessuno momento di festa, un gruppo di piovatesi hanno voluto comunque ritrovarsi, secondo una secolare tradizione, alla chiesa della Madonna della Valle, in località Santonco, per il pranzo allietato dalla musica e canti degli Alpini di Castelnuovo Don Bosco.

Pro Loco e Comune che la organizzavano avevano dovuto rinunciare alla tradizionale polentata, che richiamava centinaia di persone, per le norme che non consentono più la preparazione di alimenti in siti igienicamente non idonei. Lo scorso anno vi era stata una passeggiata naturalistica, guidata da Franco Correggia, presidente dell’associazione Terra Gente Boschi Memorie, che ha acquistato al fine di proteggerla, l’area dell’alneto paludoso di Lago Freddo, oggi di proprietà congiunta di Pro Natura e Legambiente.

In quell’antica chiesa, nonostante il titolo mariano, per tradizione si festeggia San Giuseppe, quale sposo di Maria. Secondo una leggenda, la chiesa, ricostruita nel 1844 sui resti di precedenti edifici di culto, doveva sorgere in cima alla collina, ma ogni mattina i muratori trovavano mattoni e calce spostati nel fondovalle e il misterioso fatto indusse i piovatesi ad interpretare come volontà divina il trasferimento dell’edificio, che venne così innalzato ai piedi del colle prescelto in origine.

Un tempo a Santonco, luogo di pellegrinaggi e devozione popolare (nel 1856 nella cella adiacente la cappella vi soggiorno anche l’eremita Pietro Botto, inviato da don Bosco) venivano portati i bambini affetti dalla crosta lattea (rogna), affinché fossero benedetti e nell’occasione lasciavano in segno di riconoscenza la propria cuffia (durante i lavori di restauro della chiesa, promossi da Marisa Novelli, ne sono state trovate numerose). In passato, affluivano numerosi abitanti da tutti i paesi limitrofi, anche perché la festa rappresentava la prima occasione di incontro all’aperto, dopo i lunghi mesi invernali; i bambini venivano per tradizione vestiti con abiti primaverili, anche quando le condizioni climatiche avrebbero consigliato un abbigliamento più pesante.

Gli osti della zona portavano con carri e carretti l’occorrente per la merenda. Fino a  prima della pandemia la festa si sviluppava in due fasi: il 19 marzo veniva celebrata la messa nella cappella, mentre la domenica più prossima a tale data si svolgeva la festa profana, con distribuzione di polenta e musica. Nel 2001, nell’area boschiva circostante la cappella, l’artista francese Erik Samakh, in collaborazione con l’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano, prendendo spunto dalla credenza popolare delle masche, le quali nelle giornate di sole facevano suonare i loro flauti, creò la “foresta sonora”, installando sofisticati strumenti ad energia solare che al passaggio delle persone vibravano, emettendo melodie. Purtroppo questa originale iniziativa ebbe vita breve, sia per i furti degli strumenti, sia per la mancanza di manutenzione.

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