La fiera “Profumata menta”, istituita nel 2012 e inserita nel circuito “Ritorno alla fiera”, gestito dall’associazione Strada del Vino Monferrato Astigiano, a causa del Covid salta per il secondo anno. In calendario il primo week-end di giugno, l’evento organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Pro loco e le associazioni locali, in pochi anni era diventato uno degli appuntamenti più attesi del Nord Astigiano. La tradizione della coltivazione e l’utilizzo attuale della preziosa erba officinale rappresentano in filo conduttore della manifestazione, a cui fanno ogni anno da corollario le bancarelle di specialità gastronomiche e artigianato, le mostre di elevato livello, il mojito party presso la bocciofila, il concerto della banda Aurora, lo stand gastronomico che offre prelibati piatti a base di menta, la fattoria didattica e varie attrattive per i più piccoli.
Nell’incertezza del momento e tenuto conto che la pianificazione e preparazione dell’evento avrebbe dovuto iniziare già a gennaio, a malincuore gli organizzatori hanno deciso di rinviare la fiera al 2022. Non appena le condizioni lo permetteranno, verranno proposte piccole manifestazioni che possano svolgersi in piena sicurezza e sarà aperta una mostra dedicata al grande musicista piovatese Giovanni Battista Polledro, che era prevista nell’ambito della fiera e sarà visitabile fino a dicembre.
La fiera vuole ricordare un tentativo di coltivare l’erba aromatica nel territorio piovatese. Nel 1945 i cognati Giovanni Robba e Giovanni De Vecchi decisero di portare la coltivazione della menta piperita a Piovà, una scelta che col senno di poi si rivelerà azzardata, in quando nella zona i terreni erano aridi e soggetti a frequenti grandinate; scelsero alcuni campi pianeggianti e ombreggiati in località Vassera, Fornace, Capustrì, Valmera. Poiché nessuno in paese conosceva le tecniche di coltivazione della mente dovettero far venire da Pancalieri la manodopera specializzata per istruire i coltivatori del posto. Per sistemare il grande alambicco (tuttora esistente) il sindaco Enrico Barberis concedette un’area all’ingresso dell’abitato. Nel 1947, prima stagione di coltivazione, l’entusiasmo era alle stelle e tutto procedette per il meglio. L’anno dopo un nubifragio rovinò completamente il raccolto, nel 1949 fu la grandine a distruggere la coltivazione, così come nel 1950, fatti che portarono ad abbandonare la coltura.
Nella foto: una panoramica dell’evento svoltosi nel 2019.