Cerca
Close this search box.
Polo universitario esterno
Attualità
Intervista

Polo universitario, nuovi corsi di laurea e attività di ricerca

Il presidente Sacco illustra le linee di sviluppo: potenziamento dei percorsi sanitari e nascita del Polo di innovazione dell’enomeccanica

Reduce da un anno molto difficile a causa dell’emergenza sanitaria in corso, il Polo universitario astigiano Rita Levi Montalcini guarda al futuro lungo due direttrici. Proporsi come Polo del benessere, con nuovi corsi di laurea, master e percorsi formativi in ambito sanitario. E, parallelamente, come Polo dell’innovazione tecnologica ed enomeccanica, punto di riferimento a livello regionale secondo un progetto inserito nel Recovery Plan.
A parlare della situazione attuale e delle direttrici di sviluppo Mario Sacco, presidente del consorzio Astiss che gestisce a livello amministrativo il Polo universitario astigiano, che conta 1.587 studenti nella sede di piazzale De André (ex caserma “Colli di Felizzano”).

Presidente, come avete vissuto l’ultimo anno, da quando è cominciata la pandemia?
«Abbiamo chiuso la sede per le attività didattiche nel marzo 2020, avviando le lezioni e le sessioni di laurea a distanza, mentre i laboratori si svolgevano in presenza. Poi, con l’inizio dell’anno accademico in corso, abbiamo effettuato lezioni in presenza al 50%, e dal 4 novembre nuovamente a distanza, lasciando in presenza solo i laboratori. Fino ad ora: da lunedì la didattica è sia in presenza sia a distanza, con una organizzazione diversa a seconda dei corsi di laurea.
E’ stato quindi un anno molto complicato, ma come consiglio di amministrazione ci siamo rimboccati le maniche».
A che proposito?
«Considerata la situazione, abbiamo dotato la sede di tecnologie che consentono un elevato livello di qualità per la didattica a distanza, attrezzando tutte le aule e trasformando l’ufficio del presidente in sala regia. Poi abbiamo investito 150 mila euro per un laboratorio ad alta tecnologia a servizio del corso di laurea in Infermieristica, composto da due manichini su cui si può fare pratica e dotato del simulatore robotizzato Nursing Anne Simulator, piattaforma modulare che consente di proporre diverse tipologie di pazienti, grazie a cui gli studenti possono mettere in pratiche le competenze acquisite, dalle valutazioni di base al ragionamento in una situazione critica.
Tutto ciò grazie al fatto che tutte le istituzioni che fanno parte del consorzio (Comune di Asti, Camera di Commercio, Banca di Asti, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Provincia di Asti, quest’ultima in qualità di socio sostenitore) hanno la medesima volontà. Una condizione non scontata. Per poter cambiare ci vuole la convergenza di intenti, bisogna fare sistema».

I contatti con gli atenei piemontesi

In questi mesi ha tenuto incontri con i rettori dell’Università del Piemonte Orientale Avanzi, dell’Università e del Politecnico di Torino, rispettivamente Geuna e Saracco. Quali i punti discussi?
«Considerato l’obiettivo di diventare, a medio e lungo termine, un Polo universitario a livello regionale, stiamo lavorando affinché gli atenei di riferimento, da cui dipendono i corsi di laurea attivi ad Asti, ci consentano di potenziare l’offerta accademica, in particolare nell’ambito delle scienze sociali e sanitarie. Ad esempio, vorremmo attivare un Master annuale di primo livello in Area critica e delle emergenze; un master annuale di primo livello in Infermiere di famiglia; una laurea magistrale di secondo livello in Infermieristica. E ancora, sono in fase di approfondimento, a cura del Comitato tecnico-scientifico di Astiss, le ipotesi relative a laurea o master in Esperto in cosmetologia farmacologica; programmi di studio e ricerca in Biotecnologie vegetali, alimentari, agroambientali. Insomma, l’intenzione è proporre corsi di laurea per figure professionali di cui c’è necessità sul territorio, così come ha insegnato la pandemia in corso e in linea con la riforma della sanità, che va nella direzione di un sempre minore accentramento dei servizi sanitari negli ospedali. In quest’ottica intendiamo anche avviare corsi di formazione per Osss, Operatori socio-sanitari specializzati. Un potenziamento che ben si collega al corso di laurea più numeroso, quello in Scienze motorie, coniugando sport e benessere».
A livello di spazi cosa avete in cantiere?
«Già nel corso del 2022 il Polo universitario astigiano potrà avere a disposizione ulteriori spazi: la palestra (ex Palafreezer), che si affaccia su piazzale De André, per gli studenti di Scienze motorie. Poi la foresteria presso l’ex Palazzina ufficiali e due nuove pertinenze, una sotto l’ex Palazzina ufficiali e l’altra prospiciente al Comando della Guardia di Finanza. Due locali che ospiteranno laboratori a disposizione delle Accademie di Belle Arti di Cuneo e Novara, che hanno attivato i loro corsi presso il nostro Polo.
Poi ci sono i progetti più significativi che sono stati inseriti nel Recovery Plan».

Recovery Plan e Polo dell’enomeccanica

Ce ne parli…
«Nel piano strategico del territorio legato al Recovery Plan, elaborato nell’ambito del Tavolo di sviluppo, è stata inserita la realizzazione del parcheggio sotto piazzale De André (che consentirebbe di liberarlo dalle auto per creare un’area verde, di svago e sportiva attrezzata) e la ristrutturazione dell‘ex Palazzina comando. Qui troverebbero posto aule, laboratori, biblioteca, stanze per studenti. E soprattutto, la sede del Polo regionale di innovazione e ricerca dell’enologia e dell’enomeccanica. Nei giorni scorsi ho scritto al presidente della Regione Alberto Cirio e agli assessori regionali Marco Gabusi e Roberto Carosso affinché sia riconosciuto nella rete dei Poli dell’innovazione del Piemonte. Gli obiettivi del Polo, che si fonderebbe su un partenariato pubblico/privato, sarebbero quelli di avviare percorsi formativi per formare figure specializzate da inserire nelle aziende del settore (si vedano gli ITS); fare attività di ricerca con le università; diventare punto di riferimento delle imprese per l’innovazione e la progettualità di filiera.
E proprio questo è il punto. L’Astigiano ospita tutta la filiera dell’enomeccanica: la produzione di vino, la commercializzazione, il packaging, le aziende che producono vetro, tappi, cartone ondulato, etichette e le stesse macchine enologiche. Potremmo veramente diventare un punto di riferimento regionale».
A proposito di Regione Piemonte… L’anno scorso aveva chiesto all’Amministrazione di entrare nel consorzio Astiss. Riscontri?
«A noi interessa avere la Regione al nostro fianco. Se finanzierà questi progetti saremo ben lieti di apporre una targa nella sede del Polo universitario come forma di riconoscimento nei suoi confronti».

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale