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Porta del Monferrato, sfuma l'ipotesiExpo; i Moderati sposano il progetto
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Porta del Monferrato, sfuma l'ipotesi
Expo; i Moderati sposano il progetto

Sì dei Moderati al maxi polo turistico e commerciale ad Asti Est. Porterebbe lavoro e le casse comunali si arricchirebbero di circa 5 milioni di euro derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Ma l’intero progetto potrebbe avere l’ok del sindaco Brignolo? Alcuni gruppi di maggioranza sono contrari a nuovi grandi insediamenti, e ci sono numerosi paletti da parte delle associazioni di categoria…

E’ decisamente una presa di posizione chiara e controcorrente quella dei Moderati di Asti (gruppo consiliare della maggioranza di centrosinistra) rispetto alla costruzione della Porta del Monferrato, delle Langhe e del Roero, il nuovo maxi centro congressuale, commerciale e polifunzionale di promozione del territorio che una cordata di imprenditori vorrebbe realizzare a ridosso del casello Asti Est, in corso Alessandria. Un progetto molto ambizioso da oltre 60 milioni di euro su cui si sono già espresse le associazioni di categoria ponendo una serie di paletti molto precisi in un’eventuale sua realizzazione.

La prima delle prescrizioni, anche la più rilevante, è quella che riguarda il collegamento tra il tessuto urbano e il polo commerciale perché secondo Confesercenti e Ascom non dovrebbe esserci alcuna strada di raccordo con la viabilità cittadina ma, al contrario, l’accesso al sito dovrebbe avvenire solo ed esclusivamente dall’autostrada Torino-Piacenza. Un limite decisamente critico che molto difficilmente potrebbe essere accettato dai proponenti. «In questo difficile periodo – spiegano i Moderati – in cui si contano ‘le vittime sul campo’ di una crisi sempre più profonda e la perdita sistematica di posti di lavoro, occorre valutare ogni opportunità di investimento e trovare nuove soluzioni per sviluppare le risorse territoriali, sia produttive che umane».

Sfumata la possibilità di mettere a regime parte del centro congressuale e alberghiero collegato al polo commerciale in tempo per l’Expo 2015 la partita si sposta tutta sul campo delle valutazioni politiche e non senza creare qualche perplessità nella stessa maggioranza. E’ vero che, come ricordano i Moderati, se l’amministrazione approvasse l’iter progettuale (almeno un anno di trafile burocratiche tra Comune, Regione e con l’obbligo di rivedere il Piano regolatore) le casse comunali si arricchirebbero di circa 5 milioni di euro derivanti dagli oneri di urbanizzazione ma è altrettanto vero che il sindaco Brignolo – e parte dei gruppi di maggioranza che lo appoggiano – hanno più volte dimostrato di essere contrari all’atteraggio di nuovi grandi insediamenti commerciali sul territorio cittadino. E se l’apertura del maxi centro portasse molti posti di lavoro?

«Tale investimento – spiegano i Moderati – permetterebbe il consolidamento e radicamento di una realtà industriale in sviluppo quale la Ages, con il mantenimento di 120 posti di lavoro. Il nuovo centro polifunzionale (turistico e commerciale) verrebbe a creare circa 600 nuovi posti di lavoro». Il programma del sindaco Brignolo, quello promosso dagli elettori, mette al primo posto il lavoro come punto principale dell’azione di governo della città ma non fa cenno alla costruzione della Porta del Monferrato, progetto che, tra gli altri aspetti, porterebbe a realizzare nuove cubature e ulteriore consumo di suolo, un particolare non irrilevante se si considerano le numerose associazioni che hanno detto no alla tangenziale sud ovest anche per questioni legate alla tutela dell’ambiente.

Secondo i Moderati sarebbe però la parte commerciale del nuovo insediamento a creare maggiori dubbi e timori da parte delle associazioni di categoria. «Non possiamo permetterci di fare un investimento a scapito di un settore, quello del commercio e dell’artigianato, già in forte crisi – scrivono i Moderati – Proprio per questo stiamo operando affinchè operatori locali e non propongano attività innovative e di tendenza da insediarsi nel futuro centro, che possano quindi essere complementari e da traino all’economia di tutta la città. Asti ha bisogno di investimenti e al momento non si vedono all’orizzonte altre proposte. Con cautela dunque, ma il lavoro deve essere la priorità».

Riccardo Santagati

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