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Il caso

«Quei volontari sono in realtà uscieri e vanno pagati»

La Cgil contesta la decisione di impiegare lavoro gratuito per l’accoglienza all’Anagrafe

L’intenzione è nobile, ma per un ente pubblico è opportuno “sostituire” personale stipendiato, in particolare uscieri, con cittadini volontari, non pagati, il cui unico requisito richiesto è «una buona dose di gentilezza e disponibilità». L’appello rivolto a volontari da inserire come prima accoglienza negli uffici dell’Anagrafe di via De Amicis è stato lanciato qualche giorno fa dall’assessore al Personale Giovanni Boccia consapevole del fatto che, data l’importanza dell’ufficio (dai cui passano decine di persone al giorno per richiedere documenti e atti amministrativi di varia natura), sarebbe necessario più personale, anche quello dedicato a indirizzare gli utenti verso lo sportello più adeguato.

Accoglienza agli utenti

«Si tratterà – spiega Boccia – di accogliere i cittadini, indirizzandoli presso i vari sportelli e fornendo loro le informazioni di base. In questo modo si spera di evitare code e inutili perdite di tempo. Non è richiesta alcuna specializzazione». Parole cui fanno eco quelle del sindaco Maurizio Rasero che aggiunge: «Gli orari saranno concordati a seconda delle richieste ed esigenze di ognuno. Tutti i volontari verranno dotati di un cartellino identificativo e verranno formati, prima di iniziare l’accoglienza all’ingresso dell’Anagrafe. Non è prevista alcuna limitazione per l’età dei richiedenti». Quindi i volontari farebbero gli uscieri, senza esserlo, ma soprattutto senza essere pagati neanche con un rimborso spesa.

Ed è questo che ha messo in allerta la Cgil dopo aver letto l’appello dell’assessore e aver visto che anche sui social l’idea di poter lavorare gratis per il Comune è stata accolta con parecchie critiche. Insomma, va bene il volontariato, ma fino a un certo punto.

«Comprendiamo le difficoltà economiche in cui versa il Comune, – replica Luca Quagliotti, segretario generale provinciale della Cgil – ma è evidente che si chiede ai volontari di fare il lavoro degli uscieri e quindi dev’essere un lavoro retribuito, non gratuito. Abbiamo già abbastanza precarietà nel mondo del lavoro e se anche l’Ente pubblico si mette a garantire i servizi usando la precarietà arriviamo alla classica chiusura del cerchio». Insomma, secondo la Cgil proprio il Comune non dovrebbe assecondare il lavoro non pagato tenuto conto che all’Anagrafe esiste già un usciere e sembra che si impieghino anche persone che beneficiano del Reddito di Cittadinanza. Ma questi volontari sarebbero altre figure non riconducibili né ai ragazzi del Servizio Civile Universale e neanche ai Nonni Civic.

«Abbiamo chiesto al Comune di assumere i lavoratori della Casa di Riposo, con limitazioni, che potrebbero benissimo gestire un incarico da uscieri – continua Quagliotti – Per il resto siamo contrari a questo espediente perché si corre il rischio che oggi faccio l’usciere gratis, domani magari vado a fare il bidello non pagato, oppure il manutentore del verde pubblico come hobby o la dama di compagnia al posto di una OSS. Quindi chiediamo all’amministrazione comunale di ripensarci perché in Italia non deve più esserci lavoro non retribuito».

«Pronti a fermarci se ci fossero irregolarità»

L’assessore al Personale, ma anche all’Anagrafe, Boccia non vuole scatenare un vespaio. Venuto a conoscenza che il sindacato avrebbe avuto qualcosa da ridire si è detto pronto a fare marcia indietro. «Non voglio certo far denunciare il Comune dal sindacato, ci mancherebbe. Tutto è nato perché a luglio un mio conoscente, di alto livello culturale, ha chiesto se fosse stato possibile dare una mano all’Anagrafe, magari per non lasciare sguarnita la guardiola. Un lavoro di piccola accoglienza per il quale avevo già delle richieste. A questi volontari pagheremmo l’assicurazione, ma non sarebbero remunerati. Parliamo di circa quattro ore al mese ciascuno, non di più».

L’assessore conferma che l’Anagrafe di Asti è sotto organico «e anche all’URP abbiamo un solo dipendente motivo per cui dovremo intervenire». In risposta ai dubbi della Cgil aggiunge: «Se ci fossero irregolarità nell’utilizzo dei volontari ci fermeremmo, con tante scuse da parte dell’assessore. Diremo loro che non si può fare. Però, così facendo, mi domando se le associazioni di volontari che operano in ospedale non stiano togliendo il lavoro a potenziali occupati che l’Asl dovrebbe assume o se come Lions sbagliamo a piantare alberi, non vorremmo togliere il lavoro ai giardinieri».

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