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Baudino e Angeletti
Attualità
Il caso

Querelle Asp: Rasero risponde all’opposizione “convocando” il pool di consulenti legali

A evidenziare la bontà delle scelte operate dal Comune sono gli avvocati e consulenti dello stesso Ente Alessandro Baudino e Luigi Angeletti

Mentre in Consiglio comunale va avanti la non facile discussione sulle pratiche che riguardano il futuro dell’Asp, in particolare il riassetto della governance, gli indirizzi per la modifica dello Statuto, l’aggiornamento dei Patti parasociali, ma anche le linee guida del nuovo Piano industriale della multiutility, l’amministrazione Rasero ha voluto incontrare i giornalisti per rispondere, punto per punto, alle pesanti critiche dei consiglieri di minoranza che hanno annunciato di voler presentare segnalazioni in Procura, ricorsi al TAR, all’ANAC e chiedere l’intervento della Prefettura per bloccare l’approvazione delle delibere.

Il sindaco Maurizio Rasero e l’assessore al Bilancio, Renato Berzano, hanno voluto che all’incontro con la stampa ci fossero anche due noti avvocati e consulenti del Comune, il professor Alessandro Baudino e il legale Luigi Angeletti, che hanno affiancato la parte pubblica dell’Asp nella stesura delle pratiche confrontandosi con la controparte privata di NOS e, in particolare, con il gruppo Iren che detiene la maggioranza delle quote azionarie di NOS.

Rasero e Berzano hanno nuovamente difeso il lavoro presentato in Consiglio comunale, motivato le scelte fatte e respinto ogni accusa mossa dai consiglieri di opposizione.

«Purtroppo i consiglieri di minoranza non vogliono capire la gravità della situazione in cui eravamo – ha osservato Berzano – e che l’approvazione di queste pratiche garantirà di mantenere i servizi in Asp fino al 31 dicembre 2027. Andiamo a risolvere la faccenda del teleriscaldamento, che abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione, essendo venuto fuori con una delibera di Consiglio del 2015, e lo facciamo a costo zero, senza rischiare che il socio NOS ci presenti una richiesta di risarcimento. Andiamo a ridefinire la famosa clausola di “exit” che avrebbe obbligato il Comune a pagare decine di milioni di euro al socio privato nel caso di revoca anticipata dei servizi, mentre adesso abbiamo una clausola più aderente ai canoni del Codice Civile. Andremo anche a definire l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica, oggi dato ad AEC (compartecipata di Asp ndr) alla luce del parere dell’ANAC sul teleriscaldamento, ma con l’intenzione di rimettere a gara il servizio e non di affidarlo, in maniera implicita, alla stessa AEC come sostiene, sbagliando, l’opposizione. Anzi, la delibera in questo caso è chiarissima, ma i consiglieri di minoranza hanno voluto leggere cose mai scritte interpretando le parole a loro uso e consumo».

È stato Rasero a replicare alle critiche mosse dai consiglieri di minoranza sull’uso della tagliola, il contingentamento dei tempi di discussione sulle singole pratiche. L’opposizione aveva presentato ben oltre duecento emendamenti e sollevato diverse questioni pregiudiziali. «In 4 anni e 10 mesi di amministrazione – ha spiegato Rasero – non avevamo mai usato la tagliola, ma qui abbiamo assistito a un vero spreco di denaro pubblico: le prime due serate del Consiglio sono state gettate nel gabinetto con costi di riscaldamento, luci, etc. per discutere se fosse più corretto affrontare le pratiche tutte insieme o una alla volta. Era evidente la volontà della minoranza di fare ostruzionismo e di non intervenire nel merito. Tra l’altro quando è stata messa in discussione le prima pratica i consiglieri di minoranza hanno parlato della seconda e della terza, ma sono proprio loro che prima avevano contestato l’accorpamento delle tre delibere. Ovviamente non c’è nulla di fondato quando chiamano in causa l’articolo 38.5 del TUEL che, a detta loro, ci impedirebbe di adottare queste pratiche perché successive alla pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali. Abbiamo chiesto un parere alla prefettura è ci ha dato ragione. I tempi  di approvazione si sono ridotti ad oggi perché abbiamo lavorato un anno, con professionisti stimati, per cambiare lo stato dell’arte e questo è stato possibile grazie all’impegno di tutti gli uffici del Comune e al fatto che in NOS è cambiato il nostro interlocutore».

Il fatto che le tre pratiche, portate in discussione in Consiglio, siano divise, ma rappresentino una sola “grande delibera” l’ha evidenziato l’avvocato Luigi Angeletti: «Nascono da un percorso che si è avviato all’indomani della delibera dell’ANAC – ha precisato il legale – Ci si è adeguati al parere che riguardava l’affidamento del servizio di teleriscaldamento, ma lo stesso non aveva indicato nulla sugli altri servizi di Asp o sulla partecipazione in NOS. Era necessario però fare chiarezza anche qui. Si è deciso di perseguire la via dell’accordo anziché andare in causa rivolgendosi ad un giudice terzo. Si è trovato l’accordo non solo sul mantenimento dei servizi di trasporto pubblico, idrico e raccolta rifiuti fino al 31 dicembre 2027, ma abbiamo anche concordato di rilanciare gli stessi con importanti investimenti».

Ma è stato il professor Alessandro Baudino a spiegare la ratio di tutta la partita portata avanti dal Comune. «Credo che quello fatto dal Comune di Asti sia un percorso davvero virtuoso che può essere prese a esempio in tutta Italia nella gestione di una joint venture tra pubblico e privato. Grazie a una totale inversione nell’atteggiamento del socio privato – ha ricordato l’avvocato Baudino – si è abbandonata una trattativa basata sull’escalation del conflitto, durata anni, per ritrovarsi su un principio riscoperto proprio durante la pandemia: la solidarietà sociale citata nell’articolo 2 della Costituzione Italiana. Abbiamo deciso di collaborare, tutelando i valori di tutti gli stakeholder partendo da un dato ovvio: se le parti raggiungono un accordo, anziché andare davanti a un giudice, è molto meglio ed entrambi vincono».

In definitiva quello tra Asp e Comune, che il Consiglio sta perfezionando in questi giorni, è un accordo win-win, «che soddisfa entrambe le parti». A conferma che il Comune avrebbe agito nel miglior modo possibile ci sarebbe un fatto ricordato dallo stesso avvocato Angeletti: «A gennaio, quando si attendeva l’approvazione della scrittura definitiva, i soci di minoranza di NOS hanno ritenuto che l’accordo sarebbe stato dannoso per il socio privato».

Ma se tutti gli accordi definiti tra l’amministrazione Rasero e il socio privato di Asp sono il meglio che si potesse ottenere, perché secondo i consiglieri di minoranza si tratterebbe di una vera iattura da evitare a tutti i costi fino a minacciare ogni genere di ricorso possibile? Una risposta l’ha fornita il professor Baudino: «Credo che tutto nasca da una insufficiente comprensione di quelli che sono i problemi».

Difficile pensare che la risposta venga sottoscritta dai consiglieri di minoranza che rimangono sulle loro idee, ma non solo. La consigliera Angela Quaglia (CambiAMO Asti) ha deciso di lanciare il secondo attacco, questa volta chiamando “in causa” proprio i professionisti che hanno affiancato l’amministrazione nella stesura delle pratiche Asp.

«Quali incarichi professionali sono stati attribuiti, a partire dal 2017, per la questione Asp? – ha domandato Quaglia in un’interpellanza al sindaco – A quali professionisti sono stati attribuiti? Con quale metodologia sono stati scelti? Quali onorari sono stati pattuiti? Qual è l’elenco delle liquidazioni effettuate?» Quaglia ha chiesto inoltre di sapere quali uffici abbiano seguito l’iter delle pratiche e con quale personale.

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