Rabbia, paura, senso di abbandono da parte delle istituzioni, ma anche tanta voglia di non subire più atteggiamenti messi in atto da parte di alcuni soggetti rom, anche giovanissimi, che vivono, pur col contratto d’affitto già scaduto, in una grande casa di San Grato. Martedì sera, nel centro civico di Sessant, tanti sono stati i residenti della zona che sono intervenuti per lamentarsi duramente con il sindaco Brignolo, il vice Arri, con l’assessore alla sicurezza Sorba, il comandante della polizia municipale Saracco e con i rappresentanti dei carabinieri giunti in paese per illustrare i progetti di sicurezza partecipata e l’uso dell’apposita “app”
Rabbia, paura, senso di abbandono da parte delle istituzioni, ma anche tanta voglia di non subire più atteggiamenti messi in atto da parte di alcuni soggetti rom, anche giovanissimi, che vivono, pur col contratto d’affitto già scaduto, in una grande casa di San Grato. Martedì sera, nel centro civico di Sessant, tanti sono stati i residenti della zona che sono intervenuti per lamentarsi duramente con il sindaco Brignolo, il vice Arri, con l’assessore alla sicurezza Sorba, il comandante della polizia municipale Saracco (a questo link i punti toccati nel suo intervento) e con i rappresentanti dei carabinieri giunti in paese per illustrare i progetti di sicurezza partecipata e l’uso dell’apposita “app” sviluppata dall’Asp. Toni accesi fin da subito (il sindaco è stato interrotto mentre ripercorreva tutta la vicenda dei rom di San Grato, partiti dal campo della Boana prima, ma anche dopo, la demolizione delle baracche abusive) e voglia di avere risposte immediate rispetto ai problemi segnalati, senza tante lungaggini burocratiche di cui non hanno voluto sentir parlare. Alcuni dei nomadi residenti nella famosa casa di San Grato sono già stati oggetto di denunce; numerosi i fogli di via a firma del questore (che non hanno sortito particolari effetti) e, recentemente, due rom di quel gruppo sono anche stati arrestati per una rapina ad un orafo avvenuta un anno fa.
«Non volevo affittare la mia casa agli zingari»
All’incontro ha partecipato anche Walter Fornaca, proprietario dell’immobile in cui sono andati ad abitare i rom. «La casa l’ho affittata tramite agenzia chiedendo un anno di affitto anticipato, o una fidejussione, e per la durata massima di dodici mesi. Non avevo visto questa gente di persona, poi quando siamo andati sul posto, dopo la firma del contratto, ci siamo resi conto che erano zingari. Pensate che hanno tolto i mobili buttandoli in cortile e, nonostante il contratto d’affitto sia scaduto a febbraio, non sono andati via e non pagano più l’affitto. Adesso abbiamo avviato le procedure di sfratto».
Tempi incerti, ma i problemi continuano
In attesa che lo sfratto diventi esecutivo, con tempi che nessuno può dare per certi, i cittadini di Sessant hanno raccontato di non sentirsi al sicuro, di avere paura perfino a stare in casa, di aver rischiato anche in auto, perché tra i rom residenti a San Grato c’è chi guiderebbe ad elevata velocità lungo le strette stradine del paese. L’incontro con gli amministratori è servito a confermare una situazione tesissima, invivibile, dove si teme che la situazione possa degenerare fuori da ogni controllo. Si è anche ricordato quanto succede sul bus Asti-San Grato preso d’assalto dai rom in barba al regolamento di viaggio. «C’è un degrado sul bus altissimo, con bambini mezzi nudi che giocano per terra – ha raccontato una studentessa costretta a non fruire del servizio come vorrebbe – L’odore è insopportabile, i controllori dell’Asp non servono a nulla e ci sono dei bambini piccoli che si rifiutano di salire sul pullman insieme ai rom».
I bambini e il tribunale dei minori
Brignolo ha spiegato tutte le azioni che l’amministrazione ha messo in atto, compatibilmente con le leggi (ritenute comunque inadatte a risolvere il problema), per monitorare la situazione. «L’inosservanza all’obbligo scolastico viene segnalata al tribunale dei minorenni, ma anche tutte le denunce che vengono fatte a carico degli adulti così che i giudici sappiano in che contesto vivono questi bambini. Il sistema di regole che abbiamo non è perfetto, ma non diamo per perse le cose, altrimenti finiamo per dare ragione a loro». Per quanto riguarda i rom minorenni che vivono a San Grato, il sindaco ha poi aggiunto: «Quando lo sfratto sarà esecutivo con tanto di forza pubblica, toglieremo l’alibi dei minori offrendo loro un riparo in un luogo protetto. Forse non lo accetteranno, come già successo altrove, ma così lo sfratto sarà comunque eseguito perché i bambini non finiranno in mezzo alla strada».
Il gruppo Whatsapp e il controllo di vicinato
Nella riunione si è anche parlato di controllo di vicinato, dell’app sulla sicurezza per agevolare lo scambio di informazioni tra i residenti i quali, in ogni caso, hanno da tempo attivato un gruppo Whatsapp dove si discute molto dei rom e dei loro spostamenti su e giù per il paese. «Purtroppo ci sono zone, qui a Sessant, dove i cellulari non prendono e quindi dove le comunicazioni non si possono effettuare via internet» ha spiegato una signora mettendo in evidenza un problema che rende l’app poco utilizzabile. «Sono tornata a casa e ho trovato due persone nella mia proprietà – ha ricordato un’altra mamma – Ho paura, non posso tenere i figli in casa, vi sembra normale?». Un cittadino, volontario della Croce Rossa, ha invece raccontato che i rom utilizerebbero diverse strategie per strappare passaggi in città, tra cui telefonare al 118 per chiedere l’intervento di un’ambulanza. «L’altro giorno – ha aggiunto un pensionato – hanno cercato di entrare nella mia auto, mentre ero al volante, per farsi portare ad Asti. Per fortuna non ci sono riusciti, ma così non si può andare avanti, siamo veramente esasperati».
Riccardo Santagati