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Rasero replica sulla Tari e accusa il Pd di non dire la verità sugli aumenti, fino al 25%, per chi non espone più i bidoni

Il sindaco ricorda che già il Sole 24 Ore aveva annunciato, a novembre, i rincari in tutta Italia: «Non è vero che la Tari è più alta perché molti non pagano»

La Tari di Asti è tra le più care d’Italia; il Comune ha cancellato la scontistica (fino al 25%) per chi esponeva i bidoni condominiali in strada (dopo aver attivato, in alcuni quartieri, la raccolta verticale con i cassonetti elettronici); ci sono troppi furbetti che evadono la tassa e a pagare sono sempre gli stessi; parte degli utili dell’Asp avrebbero dovuto calmierare i rincari della Tari anziché finire nei dividendi della società. A queste e altre critiche, mosse da cittadini, sindacati, associazioni e partiti politici il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha voluto rispondere in una diretta Facebook.

Una replica alle critiche arrivate da più parti su cui Rasero ha tentato di fare chiarezza. «Si tratta di notizie non vere nella maggior parte dei casi – ha osservato – Nel novembre del 2023, Il Sole 24 Ore, quindi non Maurizio Rasero, mette in allarme i lettori e le amministrazioni comunali andando a dire, sei mesi prima dell’approvazione delle pratiche, che ci sarebbero stati rincari nella Tari di quest’anno. Ciò anche a causa della decisione di Arera, non del Comune, di introdurre le componenti perequative che vanno a incidere, magari minimamente, aumentando così i costi. A ciò si aggiungono l’inflazione e una serie di altri motivi». Rasero ha ricordato come, storicamente, la Tari di Asti sia sempre stata più cara che altrove, sia che governasse il centrodestra, sia che lo facesse il centrosinistra.  Ma Asti, stando alle parole del sindaco, «non è tra quei capoluoghi di provincia che si sono distinti per incredibili aumenti».  Tra le città che non hanno ancora deliberato le tariffe per motivi elettorali, o per motivi tecnici, come nel caso di Alessandria e Torino, Asti sarebbe in controtendenza, quindi “virtuosa” per non aver atteso troppo tardi a inviare i bollettini di pagamento. Insomma, Rasero rivendica di non essersi nascosto dietro a un dito e di averci messo la faccia.

«In questi giorni – prosegue Rasero – ho sentito raccontare dal Pd, come hanno riportato i giornali, che vi è stata la cancellazione del 25% di riduzione di una voce della tariffa per coloro che espongono i cassonetti condominiali. Ebbene, lo smentisco perché non l’abbiamo toccata. Coloro che hanno beneficiato di quella riduzione del 25% continueranno a beneficiarne. Per le utenze non domestiche i rincari medi sono intorno al 5%. Anche qua avremmo magari voluto gravare di più sulla grande distribuzione, su quelli che possono permetterselo, però i massimali che ci sono consentiti per determinate attività erano già stati raggiunti negli anni precedenti».

Il sindaco ha comunque fatto presente che gli errori possono scappare, ma basta rivolgersi agli uffici del Comune e si provvede alle dovute rettifiche. Poi, a proposito dell’evasione riscontrata sulla tassa, ha sottolineato di non aver mai detto che «ad Asti si paga così tanta Tari perché in molti non la pagano».  «I dati in nostro possesso dicono che la Tari è in assoluto la tassa, diciamo così, che riscuotiamo nel 93% degli avvisi di pagamento e la raccolta verticale ha permesso di far emergere un sommerso tra il 10 e il 15% nella zona sud, dov’è stato attivato il servizio». Per quanto riguarda gli abbandoni dei rifiuti, «gli incivili c’erano prima del nostro arrivo e ci sono adesso» e ha già annunciato azioni per cercare di «educare queste persone ai giusti comportamenti, a costo di arrivare all’installazione di fototrappole».

Anche sugli utili dell’Asp non usati per calmierare i prezzi della Tari, Rasero ha voluto precisare che «i risparmi sarebbero stati tra 1 e 4 euro, quasi una presa in giro se consideriamo che quelle risorse si possono destinare ad altri servizi». «La Tari del Comune di Asti è sempre stata fra le più care di questo paese e per il momento continua a rimanere. Ci sono stati degli aumenti? Sì, ci sono, ma si tratta di aumenti in linea con quello che capita in ogni parte d’Italia».

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