In vista del referendum dell’8 e 9 giugno, nel quale uno dei quesiti interesserà la cittadinanza e il dimezzamento dei tempi previsti per ottenerla, da 10 a 5 anni, AstiLab, Ambiente Asti e il Nuovo Circolo Nosenzo organizzano un incontro per approfondire e discutere sul tema. L’appuntamento è in programma per sabato 17, alle ore 10, al Circolo Nosenzo in via Corridoni 51.
«L’evento rappresenta un’occasione cruciale di confronto democratico su un tema decisivo per il futuro sociale e civile del Paese: – fanno sapere gli organizzatori – il diritto alla cittadinanza per chi, pur essendo parte integrante della società, continua a essere escluso dal riconoscimento giuridico e politico. Un parterre di ospiti per raccontare diritti e storie di esclusione. Il dibattito astigiano si preannuncia ricco e plurale, grazie alla partecipazione di chi è impegnato a vario titolo nei campi della ricerca, dell’attivismo, del lavoro e dell’inclusione sociale».
A confrontarsi saranno Dennis Marcela Bejarano, antropologa colombiana, che porterà la prospettiva dell’esperienza migratoria e dell’identità culturale come elementi vivi nella società italiana contemporanea; Luca Quagliotti, segretario della Cgil di Asti, che offrirà un’analisi sui diritti del lavoro e sulla cittadinanza come garanzia di protezione sociale; Mario Malandrone, insegnante e consigliere comunale ad Asti, che parlerà dell’importanza del riconoscimento istituzionale per una vera partecipazione democratica; Paolo Maccario, insegnante, dell’Ufficio Pastorale Migranti, che porterà il punto di vista delle comunità religiose che lavorano a stretto contatto con i migranti e Mamadou Seck, direttore del Patronato Inca Cgil di Asti, che offrirà una lettura concreta dei problemi burocratici, delle disuguaglianze e delle speranze legate all’ottenimento della cittadinanza. A moderare il dibattito ci sarà la giornalista Antonella M. Larocca, insegnante, da tempo attenta osservatrice dei temi legati ai diritti e alla cittadinanza.
«Il cuore della proposta referendaria è una modifica alla legge n. 91 del 1992, che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana, ancora oggi fortemente ancorata al principio dello ius sanguinis (diritto di sangue) – raccontano da AstiLab – Questo principio esclude centinaia di migliaia di giovani nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri, i cosiddetti “italiani senza cittadinanza”. Ragazzi che parlano italiano, frequentano scuole italiane, si sentono italiani, ma che non sono riconosciuti come tali dalla legge. Mira a rendere più semplice l’acquisizione della cittadinanza: oggi i tempi spesso (nonostante i 10 anni fissati nella legge) superano anche i 15 anni di attesa. Cambiare la legge significherebbe riconoscere una realtà già esistente, contribuendo a costruire una società più coesa, inclusiva e sicura per tutti».
L’evento del 17 maggio è rivolto a tutta la cittadinanza, in particolare a giovani, insegnanti, famiglie, operatori sociali, amministratori pubblici e attivisti.