E' stata rimandata a giovedì 12 febbraio l'udienza in tribunale davanti al collegio che sarà chiamato a pronunciarsi sulla presunta incompatibilità del presidente della Provincia Brignolo,
E' stata rimandata a giovedì 12 febbraio l'udienza in tribunale davanti al collegio che sarà chiamato a pronunciarsi sulla presunta incompatibilità del presidente della Provincia Brignolo, già consigliere del CdA della Cassa di Risparmio. E' stato il Movimento 5 Stelle a sollevare formalmente il caso dopo la nomina del sindaco ai vertici della Provincia. Gabriele Zangirolami e Davide Giargia, consiglieri pentastellati, hanno contestato a Brignolo la presunta violazione di una specifica norma del Tuel che impedisce ad una persona di essere presidente di Provincia e ricoprire incarichi di amministratore in un ente, come nel caso della banca, il quale fornisce servizi alla stessa Provincia (nel caso specifico la tesoreria).
Brignolo si è difeso dalle accuse chiedendo in suo favore un parere "pro veritate" del professor Vittorio Barosio, noto amministrativista. Nel documento, Barosio solleva l'incertezza dell'attuale normativa dando indirettamente ragione al presidente quando dice che la norma del Tuel, applicabile agli enti locali, non si applicherebbe però alle Province di 2° livello. Ipotesi contestata fin da subito dall'avvocato Alberto Pasta, ex assessore alla legalità della Giunta Brignolo, che ha più volte commentato: «La legge Delrio ha solo modificato il metodo di elezione delle Province ma non il fatto che siano enti locali. Quindi non ci sono dubbi che il Tuel si applichi nel caso di cui stiamo parlando».
Il collegio giudicante dovrà quindi decidere se dichiarare Brignolo decaduto, o meno, dalla carica di presidente della Provincia. In entrambi i casi le parti potranno comunque ricorrere al TAR.
r.s.