Cerca
Close this search box.
ex palazzina comando
Attualità
Il caso

Ristrutturazione della Palazzina Comando, Astiss annuncia il ricorso dopo l’esclusione dal bando milionario

In Consiglio comunale la modifica statutaria per un ricorso legale con in quale si cercherà di non perdere quasi 10 milioni – L’opposizione: «Il CdA si dimetta»

“Anche mediante la costruzione e la gestione di residenze riservate agli studenti universitari”. La mancanza nello statuto di Astiss (il polo universitario nell’ex caserma Felizzano) di questa esplicita “mission” potrebbe costare carissimo: 9.810.000 euro di contributi statali utili a ristrutturare l’ex Palazzina Comando destinandone gli spazi a “student housing”, aule studio e comunque a servizi per gli studenti dei corsi di laurea.

Astiss aveva partecipato a un bando per ottenere quei contributi, ma è stata esclusa dalla graduatoria proprio perché non ha indicato nello statuto che tra gli obiettivi del consorzio c’è anche quello di allestire e gestire aree adibite ad alloggi per gli studenti. Due mesi dopo l’esclusione, Astiss ha chiesto al Comune (che è socio) di modificare lo statuto inserendo la fatidica frase affinché l’Università possa ricorrere legalmente contro l’esclusione e cercare di ottenere comunque i soldi. La modifica statutaria è stata approvata in Consiglio comunale, ma non senza pesanti critiche mosse dall’opposizione al CdA di Astiss presieduto da Mario Sacco (qui la sua replica).

La frecciatina ai “signori romani”

Il sindaco Rasero, introducendo la richiesta di modifica allo statuto, ha ricordato tutti gli interventi effettuati o in programma per rendere sempre più simile a un campus universitario il polo di Astiss. «Rimane la Palazzina Comando che dà su corso Alfieri, di cui il cittadino medio si lamenta per le condizioni in cui versa. Per ristrutturare quell’immobile – ha spiegato Rasero – Astiss ha partecipato al bando, in due o tre mesi ha preparato progetti che ci sarebbero voluti sei mesi per realizzare. Dopo un anno e mezzo ci dicono che non eravamo stati ammessi al contributo e neanche alla graduatoria perché nello statuto non si fa un preciso riferimento sulfamoso student housing. Com’era scritto nello statuto pensavamo bastasse, ma non era come i “signori romani” volevano fosse scritto».

L’opposizione: «Il CdA di Astiss si dimetta»

Secondo la minoranza, la verità sarebbe un’altra e il rischio, per alcuni certezza, di perdere quasi 10 milioni di euro avrebbe come principale responsabile l’intero CdA di Astiss che «non ha letto bene o non ha capito ciò che era scritto nel bando: l’esclusione dalla graduatoria di chi non ha esplicitato nello statuto la presenza e gestione di un servizio di student housing». «Possibile che un bando di questa portata non sia stato ben analizzato dal CdA di Astiss? – ha commentato Sutera del Pd – Quando ci sono in ballo 9.800.000 euro non si va a interpretazioni. Abbiamo saputo dell’esclusione il 5 gennaio scorso: perché non abbiamo agito subito? Quante possibilità ci sono per essere reinseriti nell’elenco? Il sindaco deve chiedere al CdA di fare passo indietro».

È stato il consigliere Migliasso (AstiOltre) a spiegare che nel bando era palese che mancasse un requisito, ma ancora più severo è stato il giudizio di Crivelli (Prendiamoci cura di Asti): «In questa partita non siamo né entrati in gioco, né abbiamo toccato palla e la responsabilità è anche nei vertici di Astiss che non sono un circolo di bocce. O c’è un problema dei “signori romani” e quindi non ci sarà più il ripescaggio, oppure bisogna prendere queste cose più seriamente». A dettare la linea più dura della minoranza è stato però il consigliere Vercelli (Pd). «Penso che se un’azionista di una società perdesse una cifra del genere il giorno dopo chiederebbe al presidente del CdA di di fare le valigie».

E ancora: «Ora ci facciamo raccontare da un avvocato, che pagheremo lautamente, che verremo reinseriti. Ma quando mai si è visto? Se non sei in graduatoria non è un problema di punteggio; il problema è che siamo andati a giocare una partita senza nulla e ci hanno detto di stare a casa». Va da sé che Rasero ha difeso l’operato del CdA e respinto la richiesta di pretendere le dimissioni di Mario Sacco e degli altri membri del CdA. «Oggi presentiamo un ricorso perché riteniamo di aver subito un torto – ha spiegato il sindaco – Ci sono almeno altre due università che, con uno statuto simile al nostro, non sono state escluse dalla graduatoria».

[nella foto l’ex Palazzina Comando – Foto Billi]

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre: