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Nizza, in nove anni il sogno infranto dell’ospedale
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Nizza, in nove anni il sogno infranto dell’ospedale

Il 17 dicembre 2005 la presidente regionale Mercedes Bresso, in tour per il Piemonte a pochi mesi dalla sua elezione, fu accolta in visita a Nizza. Amministratori e cittadini, tra cui l'allora

Il 17 dicembre 2005 la presidente regionale Mercedes Bresso, in tour per il Piemonte a pochi mesi dalla sua elezione, fu accolta in visita a Nizza. Amministratori e cittadini, tra cui l'allora sindaco nicese Maurizio Carcione, la condussero lungo un itinerario delle problematiche sanitarie locali: un ospedale S. Spirito che, nel tempo, era stato ridimensionato; un territorio vasto, seppur non densamente popolato, con spiccata presenza di anziani e strade collinari di difficile percorribilità, soprattutto d'inverno.

La valle era in fermento da tempo: si era formato anche un Comitato a Difesa delle Sanità in Valle Belbo, al balenare dell'ipotesi della chiusura di entrambi gli ospedali, a Canelli e a Nizza. Gli attivisti commissionarono e ottennero uno studio che confermava le peculiarità territoriali e le esigenze sanitarie della zona. «Mi sembrano richieste ragionevoli» commentò Mercedes Bresso aprendo la strada, di fatto, al progetto dell'Ospedale della Valle Belbo in regione Boidi. Il territorio, per una volta, aveva anticipato le "alte sfere" nel collaborare al di là dei campanilismi: il 3 maggio 2005 Nizza, Canelli e Calamandrana avevano firmato un protocollo di intesa di collaborazione in vista di un futuro presidio comune, con il favore del presidente della Provincia, il canellese Roberto Marmo. Il 3 aprile 2008 è il giorno della cerimonia in pompa magna, nei locali tra piazza Garibaldi e via IV novembre che sarebbero presto diventati l'attuale Casa della Salute, ma dove, solo pochi anni prima, molti studenti avevano frequentato la scuola media.

Bresso, Carcione e il direttore generale Asl At Luigi Robino firmano l'accordo di programma, sono presenti anche l'assessore regionale alla sanità Paolo Peveraro e il sindaco di Canelli Piergiuseppe Dus. Il costo dell'opera annunciato quel giorno fu di quasi 50 milioni di euro, dei quali 40 risultavano già a disposizione; tempo previsto, circa 3 anni. Si posa la prima pietra, passa il tempo, passano le amministrazioni; ed è proprio qui che cominciano i problemi. Intanto si scopre che la falda d'acqua è salita e l'ospedale va riprogettato e alzato di un piano; il geologo responsabile dello studio preliminare e defininitivo, Fabio Nicotero, al riguardo segnala che tra novembre ?08 e aprile ?09 le piogge furono eccezionali, +715%, facendo salire il livello dell'acqua in maniera inattesa. Alle elezioni della primavera 2010 Pietro Lovisolo ha la meglio su Carcione e Roberto Cota soppianta la Bresso; poi la giunta Lovisolo cade e a Nizza arriva il commissario prefettizio. In regione Boidi, qualche cronista locale si prende lo scrupolo di fotografare giorno dopo giorno un cantiere all'apparenza immobile, che indica gennaio 2012 come data prevista per il termine dei lavori.

In effetti è in quell'anno che l'argomento torna sotto i riflettori: il circolo culturale Politeia raccoglie 2500 firme e le consegna al Comune, sindaco Flavio Pesce, per sollecitare la Regione al rispetto dell'accordo di programma; ne nasce una querelle in cui il Sindaco minimizza e l'assessore Tonino Spedalieri rimanda al mittente le accuse di scarsa attenzione al problema. Ad agosto Roberto Marmo, da parlamentare, interroga il montiano ministro Renato Balduzzi, che ammette che l'ospedale della Valle Belbo sarà "qualcosa di più di una Casa della Salute". E praticamente arriviamo a oggi: perché l'attuale assessore regionale Antonio Saitta l'ha detto chiaro e tondo: non è possibile avere un ospedale in senso stretto in regione Boidi, sarà piuttosto una struttura a servizio delle prime necessità del territorio. Che parecchi segnalano come già individuate nell'accordo di programma: più di ogni altra cosa, un punto di primo intervento attivo sulle 24 ore.

Fulvio Gatti

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