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Attualità

Rocca d’Arazzo raccoglie nella sua Spoon River le lapidi per non dimenticare i suoi morti più antichi

Un’iniziativa del Comune per raggruppare le lapidi dismesse in modo da mantenere vivo il ricordo degli avi

“Dormono i padri del villaggio antichi…”

Rocca d’Arazzo prepara la sua “Spoon River”. Il primo passo è stato scrivere sul vecchio muro perimetrale del camposanto, in corrispondenza dell’ingresso, un verso dell’ “Elegia di un cimitero di campagna”, composta da Thomas Gray nel 1750.
“Dormono i padri del villaggio antichi..” recita il verso di Gray.
«Parole evocative e commoventi – dice il sindaco, Marco Maggiora – a suggerirle è stato l’amico giornalista rocchese Vanni Cornero. Un’idea che si inserisce benissimo nel piano di rivalutazione storico-ambientale del territorio comunale che l’Amministrazione sta elaborando».

Un muro per le lapidi delle tombe dismesse

Sotto la scritta sono state poste due lapidi d’epoca salvate dall’abbandono, a cui se ne aggiungeranno altre, man mano verranno recuperate dalle tombe dismesse.
«Un modo per non dimenticare chi, in passato, ha vissuto a Rocca ed è stato parte della storia quotidiana del paese – aggiunge il sindaco e prosegue – Con lo stesso spirito l’Amministrazione comunale ha deciso di assumere la cura delle tombe secolari le cui famiglie si sono estinte. Un atto di affettuoso omaggio che sono contento di poter annunciare proprio in vista della commemorazione del Defunti del prossimo 2 novembre».
E tra gli interventi già eseguiti per la ricorrenza c’è anche la sistemazione di una grande pianta del cimitero ove è indicata l’ubicazione delle cappelle funerarie e delle zone comuni, per una più facile individuazione da parte dei visitatori».

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