“Spegni il computer!”. E’ lo slogan dello sciopero in corso contro la didattica a distanza promosso dal Collettivo studentesco Terzo Intermezzo di Asti per l’intera mattinata. E’ infatti in corso la diretta Instagram, sul profilo del collettivo, in cui si spiegano le ragioni dello sciopero, con cui si invitano gli studenti a non partecipare alle lezioni on line di oggi.
Tre, in sintesi, le ragioni della protesta: andare contro la normalizzazione della dad, che si è dimostrata “nozionistica e classista”; chiedere al Governo un investimento significativo nell’ambito di istruzione, sanità e ricerca; richiamare l’attenzione sulla necessità di un intervento per contrastare i disagi giovanili acuiti dalle restrizioni dovute alla pandemia.
Le ragioni dello sciopero
“Le parole della settimana scorsa del neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – spiegano dal collettivo, nato prima dell’avvento della pandemia per rivendicare i diritti degli studenti e rendere la scuola più inclusiva – ci lasciano alquanto sorpresi, dal momento che ipotizzano il mantenimento della dad anche in tempi “normali”. Possibilità che ci allarma incredibilmente, considerato che questo modello di didattica dovrebbe effettuarsi in maniera eslusivamente emergenziale”.
“La nostra generazione, oltretutto – continuano – è stata lasciata per ultima. In aggiunta alla difficoltà per molti studenti di seguire le lezioni, questi mesi di chiusura sono stati molto difficili per migliaia di giovani che soffrivano di problemi pregressi di sanità mentale, a causa dell’assenza di vita sociale e del totale abbandono da parte dei servizi di aiuto psicologico”.
“In tale contesto – concludono – si può notare quanto la scuola si sia mostrata debole. A fronte di tagli all’istruzione che si ripetono dalla fine degli anni Novanta, le istituzioni scolastiche non sono riuscite a organizzare rientri sicuri a livello di contagi”.