Sono bastate meno di 24 ore dall’uscita dell’articolo segnalazione sul nostro giornale che, chi di dovere, è intervenuto allo stadio Censin Bosia di Asti, ingresso della gradinata dei “popolari”, dove un nostro lettore aveva segnalato una situazione di degrado e potenziale pericolo per i passanti.
Ingresso spalancato attraverso chiunque poteva entrare e uscire dal sito, erbacce, la presenza di una rete da cantiere e soprattutto onduline (tutte distrutte) per la copertura dell’accesso, che pendevano all’ingresso del settore rischiando di finire per terra, rappresentavano un evidente rischio. Dopo la segnalazione del giornale la situazione è migliorata, almeno in parte, con l’eliminazione delle onduline e la chiusura, con una barriera temporanea, dell’accesso alla zona “interdetta”.
Tutto questo a dimostrazione che, a differenza di quanto sostenuto da qualcuno, la denuncia del degrado non era né pretestuosa, né fatta per danneggiare l’immagine della società Asti Calcio, ma un’evidenza davanti agli occhi di tutti che era necessario risolvere rapidamente.
Bruno Scavino, presidente dell’Asti Calcio, era intervenuto sulla questione in un paio di commenti su Facebook sulla pagina del giornale: «Stiamo trasformando lo stadio, non siate sempre e solo a mettere in evidenza le difficoltà – ha scritto Scavino in un post – Abbiate più stima di questa città. Stiamo facendo l’impossibile, e oltre, per dare una dignità allo stadio. Spendiamo cifre assurde per cercare di recuperare quanto il tempo ha logorato; nessun aiuto da nessuno, se non da qualche artigiano che ci fa i lavori al costo. Oppure sponsor che sono oramai inteneriti da questa società che va avanti nonostante tutte le controversie».
[foto J.R.]