È stato presentato, al Polo Universitario Astiss, “Il piano strategico per lo sviluppo territoriale della provincia di Asti”. Alla conferenza erano presenti Mario Sacco, presidente del Consorzio Universitario Asti Studi Superiori, il sindaco Maurizio Rasero, Renato Goria, presidente della Camera di Commercio di Asti, Giorgio Calabrese, presidente del Comitato scientifico Polo universitario, il prof. Giulio Mondini, responsabile scientifico e la prof.ssa Marta Bottero che insieme a Vanessa Assumma e Giulia Datola, ha collaborato con il prof. Mondini.
«Sono cinque le tematiche su cui lavoreremo, – ha esordito Mario Sacco – Il polo dell’innovazione enologica ed eno-meccanica, la sanità, i trasporti, la digitalizzazione e la transizione ecologica». La collaborazione del Polo astigiano con l’Università di Torino, il Politecnico e i vari soggetti ha quindi dato origine a questa prima bozza di lavoro. «Esisteva già un tavolo di crisi tra provincia e comune – ha sottolineato Maurizio Rasero – a distanza di anni lo abbiamo riattivato insieme a oltre 70 stakeholders e lo abbiamo chiamato tavolo di sviluppo, uno strumento per fare programmazione per i prossimi 15/20 anni; riguardano poi questa università due progetti presentati: il parcheggio sotterraneo per liberare la piazza e fare un campus universitario e il recupero della palazzina comando per dedicarla agli studenti , a un polo di ricerca e a un centro servizi».
«Una sfida con delle possibilità eccellenti – l’ha definito Giorgio Calabrese – anche per quanto riguarda la sanità; bisogna infatti approfittare di questi fondi che porteranno posti di lavoro e 390 nuovi ospedali in tutta Italia entro il 2026, bisognerà essere intelligenti, interessati a questo meccanismo e non fare l’errore di pensare di riempire prima gli immobili vuoti». Il piano strategico è stato poi dettagliatamente illustrato dal prof. Mondini: «con questa analisi swot abbiamo fatto un lavoro strutturato con un metodo scientifico – ha spiegato – dove il primo punto fermo è quello del cambiamento climatico perché è questo il cardine delle trasformazioni e anche nel recovery plan, la parte che riguarda la transizione ecologica e la digitalizzazione, supera il 40% degli investimenti».
Un cambiamento che modificherà anche i nostri paesaggi e che va gestito con forza e responsabilità per avere un futuro. «Anche l’eno-meccanica è un punto centrale– continua Mondini – come la filiera enologica»; a questo proposito Mario Sacco ha dichiarato che sarà chiesto alla Regione di riconoscere Asti come centro di innovazione e ottavo Polo del Piemonte. Sette le linee strategiche individuate con più idee di progetto, dalla realizzazione di nuove infrastrutture relative al Servizio Idrico Integrato alla messa in sicurezza di quelle già esistenti così come per le strutture scolastiche mentre per la gestione dei rifiuti si lavorerà affinchè questi diventino energia rinnovabile, altri progetti riguardano il potenziamento e la garanzia della copertura internet, la valorizzazione del patrimonio culturale e, soprattutto, la realizzazione del Museo degli Arazzi, poi la riqualificazione di strutture ospedaliere, il potenziamento della telemedicina, la formazione continua di personale, la digitalizzazione, il riuso del patrimonio edilizio dismesso fino alla realizzazione della Ferrovia dell’Unesco.
Progetti ambiziosi che con la collaborazione dell’università di Asti che Mario Sacco ha definito «un atto d’amore per il territorio», ci si augura possano vedere, almeno in parte, la luce. Intanto il prossimo appuntamento per continuare i lavori è fissato per mercoledì 5 maggio.