Già dal nome si capisce quale sia la loro filosofia quando chiamano a sè il loro tabui e vanno per boschi: “Federazione italiana liberi cercatori – Tartufi e tradizioni”.
E’ una nuova figura associativa nata da pochi giorni, registrata ad Asti e due fondatori su tre sono astigiani. Ovviamente trifulau “liberi”: Mino Caprignano di Dusino San Michele e Antonio Pinna di Moncalvo insieme a Luca Bannò di Sciolze.
La Federazione che è nata comprende dunque l’associazione Area Metropolitana Liberi Cercatori di Torino, quella dei Trifulau del Monferrato e quella dei Tartufai delle Terre d’Aleramo che hanno già raccolto adesioni da tutto il Piemonte e dall’Italia.
In comune hanno tutti lo stesso obiettivo: difendere con i denti il diritto alla libera cerca dei tartufi. «E’ quella più pura, storica, che affonda nella tradizione dei nostri nonni – spiega Carpignano – E’ la cerca nei boschi e in tutte le aree generose di tartufi che non siano ricomprese nelle riserve».
Già, le riserve. Punto dolente per i liberi cercatori perchè sono sempre più numerose e sempre più vaste. Si stima, in Piemonte, che rappresentino il 60% dei terreni produttivi per tartufi.
«Noi lì, se non siamo soci, non ci possiamo andare e spesso capita di dover fare molti chilometri da casa per trovare dei terreni tartufigeni liberi – spiegano ancora Carpignagno e Pinna – E questo comporta una spesa, molto tempo perso nei viaggi ma anche la concentrazione di tutti i “liberi” nelle stesse poche zone rimaste con forte conflittualità fra i tartufai e il rischio del depauperamento tartufigeno».
Da qui la prima richiesta della Federazione: istituire delle “fasce” di libera cerca fra una riserva e l’altra, senza consentire l’accorpamento di vaste etensioni di terreni tartufigeni accessibili solo ai soci.
Che si lega ad un problema di quote e di soldi versati alla Regione.
«Oggi paghiamo alla Regione 160 euro l’anno per il tesserino – spiega Carpignano – ma nulla o pochissimo di quel denaro va a tutelare le piante tartufigene destinate al “libero”. Noi paghiamo e non otteniamo nulla. Chiediamo che vengano estesi, aumentati e resi più accessibili i contributi ai proprietari delle piante tartufigene in modo da rendere conveniente anche per loro il mantenimento di quel prezioso patrimonio boschivo. E poi che venga istituita una tassa per ogni pianta tartufigena dichiarata nelle riserve così contribuiranno anche loro a salvaguardare questo particolare ma importantissimo settore che fa parte della storia, della cultura e della gastronomia piemontese».
Fondi che potrebbero anche essere usati, dicono ancora i tre fondatori della Federazione, per fare controlli di chi si comporta da “predatore”. «Sono quelli che si trovano in libera cerca senza tesserino e senza alcun corso di formazione – elenca Carpignano – Oppure che vanno a cercar tartufi con 4 o 5 cani contemporaneamente. Oppure ancora che cavano con la zappa per fare più in fretta senza rovinare il tartufo e non ricoprono bene la buca decretando così la morte di quel “posto” e che non rispettano i terreni dei proprietari sui quali ci sono le piante tartufigene. Perchè vanno a tartufi senza passione, solo per denaro».
E poi la critica feroce alla proposta di legge firmata da un senatore piemontese, Giorgio Bergesio, che vorrebbe equiparare il tartufo bianco ad un prodotto agricolo.
«Ma non se ne parla nemmeno – tuonano all’unisono i tre fondatori della nuova Federazione – Vada per il tartufo nero che può essere coltivato, ma il bianco è una eccellenza spontanea, non ha niente a che fare con l’attività agricola. Se si fa passare il tartufo bianco come prodotto agricolo, inoltre, muore l’attività di libera cerca perchè non avremmo il permesso di entrare sui fondi altrui a cercare e cavare».
L’assessore all’agricoltura del Piemonte, Marco Gallo, ha già annunciato che incontrerà Bergesio per proporre una serie di modifiche alla sua proposta di legge.
Dal canto loro, i liberi cercatori della Federazione hanno organizzato una manifestazione per il 14 giugno proprio contro la proposta di legge Bergesio. L’appuntamento al Lingotto per la partenza del corteo di tartufai e tabui che raggiungerà il grattacielo della Regione.