Nella ricorrenza della Giornata internazionale dei diritti delle donne, lo scorso 8 marzo, si è svolta alla Biblioteca Astense la tavola rotonda sul tema “Quale donna? Identità femminile”, organizzata dal Cif (Centro italiano femminile) provinciale con il consultorio familiare “Francesca Baggio”.
L’iniziativa, patrocinata dalla Biblioteca Astense e dalla Commissione Comunale Pari Opportunità, si è svolta nella sala delle colonne, arricchita per l’evento dall’esposizione delle opere, prevalentemente ad acquerello, delle pittrici Luciana Basso e Annamaria Gerbo.
Le relatrici
Ad introdurre il convegno Renza Binello, presidente regionale e componente del Consiglio nazionale Cif, che, dopo aver richiamato i valori dell’associazione nazionale femminile, ha evidenziato l’importante funzione svolta dal consultorio Baggio, diretto da anni dalla dottoressa Silvana Alessandria, prima di cederle la parola in qualità di moderatrice.
Ad offrire riflessioni e testimonianze sulle rispettive tematiche identitarie trattate sono state Lucrezia Rissone, studentessa del liceo artistico Benedetto Alfieri (“L’arte, energia vitale e totalizzante”); Luciana Basso, pittrice (“Al servizio dei sogni d’artista”); Chiara Cerrato, componente del direttivo nazionale Creis (“Stereotipi di genere”), Anna Paola Fea, medico chirurgo (“Cercatrice di senso con il proprio lavoro e con la propria vita”); Giovanna Cristina Gado, già segretario comunale generale (“Al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle cittadine, nella legalità”); Erika Grimaldi, soprano (“La chiave di sol e la chiave inglese”); Chiara Pastore, psicologa e psicoterapeuta (“Alla scoperta di sé e del senso delle proprie esperienze”) e Marisa Varvello, già sindaco di Chiusano ( “Cercatrice di soluzioni”).
I contributi
Diritti e battaglie femminili, dati statistici, approfondimenti, testimonianze professionali, esperienze di vita, riflessioni e sogni di emancipazione femminile sono stati i punti focali delineati dalle ospiti. L’obiettivo era, infatti, richiamare l’attenzione sulla consapevolezza collettiva in merito al significato e alla valenza della Giornata internazionale dei diritti delle donne.
Molto soddisfatte le organizzatrici dell’evento. “E’ stato un incontro seguito da un folto pubblico – commentano – tra cui la presidente e le numerose componenti della Commissione Pari Opportunità della Città di Asti, insieme a rappresentanti delle associazioni femminili e del volontariato, esponenti delle pubbliche amministrazioni e delle istituzioni scolastiche, componenti degli ordini professionali e dei club di servizio. Molto apprezzati i contributi, di spessore culturale, emersi dai coinvolgenti e diversificati profili della tematica identitaria femminile trattata”.
I commenti
Positive le reazioni delle rappresenti Cif. “Un momento di alto confronto, voci di donne che hanno risuonato tra le colonne della biblioteca tra realtà e sogno con la speranza che i sogni di pace, giustizia, rispetto, dignità,amore, solidarietà, amicizia e non violenza si avverino”, il commento di Renza Binello.
“ La tavola rotonda – ha spiegato Clelia Viazzi, presidente del Cif provinciale – ha permesso di conoscere il punto di vista di numerose donne di ogni età e con percorsi di studio, esperienze culturali molto diversificati, e quindi arricchenti. E’ emersa la capacità, la volontà, l’importanza degli obiettivi prefissati di ciascuna. Intesi da alcune come un sogno e da altre come realizzazione di un giusto processo di riconoscimento di diritti delle donne. Dal lontano dicembre 1947, data di approvazione della Costituzione, le donne hanno fatto e stanno facendo molta strada, ricoprendo importanti ruoli. Come donna mi auguro che le donne perseguano con determinazione i loro obiettivi, supportate anche dalla sensibilità e dalla gentilezza, tipiche virtù del genio femminile.
La tavola rotonda – ha affermato Paola Rizzotti, presidente del Cif comunale – è stata molto apprezzata per la capacità di dialogo e di confronto di donne che, con le loro esperienze di vita, lavorative e familiari, hanno sollecitato spunti di riflessione in tutte noi” .
Il ricordo delle Madri costituenti
“E’ stata un’ opportunità d’incontro arricchente – ha aggiunto Giovanna Cristina Gado, componente del Consiglio comunale Cif e della Consulta femminile regionale del Piemonte – per la solidità culturale dei contributi apportati dalle relatrici, forieri di sollecitazioni, di riflessioni e anche di emozioni, che hanno tracciato il senso della strada dell’emancipazione femminile, che ancora ai giorni nostri si vede lontana. Quasi o come un sogno. Coinvolta nell’iniziativa quale relatrice, ho potuto anche evidenziare come il richiamare i principi fondamentali di uguaglianza sostanziale, di non discriminazione di sesso e di libertà, sanciti dalla Carta Costituzionale entrata in vigore nel 1948, significhi ricordare debitamente il fondamentale e determinante contributo apportato alla stesura e all’approvazione degli stessi da parte delle 21 Madri della Repubblica Italiana.
Elette all’Assemblea Costituente il 2 giugno 1946, meritano davvero di essere celebrate anche nella giornata dei diritti delle donne, per essere state le pioniere dei nostri diritti. Erano solo in 21 donne nel consesso di 556 componenti, ma riuscirono a far dire alla Costituzione Italiana che donne e uomini hanno pari diritti, che donne e uomini sono uguali davanti alla legge . Tra le 21 Madri Costituenti, anche Maria Agamben Federici, Prima Presidente Nazionale del CIF, a cui ho rivolto il particolare riconoscente ricordo a nome delle associate astigiane.
Ho ricordato il valore di portata costituzionale dei diritti delle donne grazie alle Madri della Repubblica correlato anche alla coraggiosa battaglia intrapresa da Rosanna Oliva de Conciliis, che si vide esclusa dal concorso per l’accesso alla carriera prefettizia in quanto donna, e che ottenne con un proprio ricorso, patrocinato dal Professor Costantino Mortati, la sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 13 maggio 1960. La prima e una delle più importanti sentenze in materia di parità tra uomo e donna, che ha eliminato le principali discriminazioni per l’accesso ai pubblici uffici. Una pronuncia che impose al Parlamento di adeguarsi al principio di non discriminazione di sesso. Vi riuscì – ben 15 anni dopo dall’entrata in vigore della Costituzione – con la legge 66 del 9 febbraio 1963”.