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Testimonianza/1: La mia ricompensa è sentirmi chiamare papà
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Testimonianza/1: La mia ricompensa è sentirmi chiamare papà

Carlo Gallo, ex dipendente INPS in pensione e Presidente di F.A.T.A. è il padre di R., adottato all'età di cinque anni e mezzo. Con la sua famiglia vive nel sud della provincia. Questa è la sua

Carlo Gallo, ex dipendente INPS in pensione e Presidente di F.A.T.A. è il padre di R., adottato all'età di cinque anni e mezzo. Con la sua famiglia vive nel sud della provincia. Questa è la sua storia.

"Sei anni fa io e mia moglie decidemmo di adottare un bambino. Avevamo già quattro figli naturali ma, complice la campagna nazionale di sensibilizzazione in materia, decidemmo di dare una famiglia a chi era stato meno fortunato avendo sia i mezzi che gli strumenti per poterlo accogliere.
Presentammo domanda, che fu accolta quasi subito. Situazioni come le nostre sono privilegiate perché avendo già altri figli, questi sono d'aiuto nel processo di accoglienza del bambino.
Il momento più emozionante fu quando andammo a prendere nostro figlio in istituto. Ricordo che era in fondo ad un corridoio e non appena ci vide lasciò la mano dell'assistente sociale per correrci in contro. Fu emozionante.
Mentre lo stavamo abbracciando capimmo all'istante quanto fosse sconfinato il suo desiderio di essere amato, di non essere più solo. Quando lo portammo a casa fu una festa. I nostri figli lo accolsero ciascuno a modo suo.
Chi si calò perfettamente nel ruolo protettivo del fratello maggiore e chi, invece, come la nostra figlia più piccola trovò finalmente un compagno di giochi.
Avevano due anni di differenza. Mia figlia fu preziosa perché, complice la vicinanza d'età, permise al bambino di inserirsi immediatamente. Iniziò subito a chiamarci "mamma" e "papà", gli veniva spontaneo.
Ovviamente non fu tutto rosa e fiori. Fu necessario dare a nostro figlio delle regole, quei limiti che prima nessuno gli aveva imposto. C'era qualche problema di comportamento e noi lavorammo sodo per venirgli incontro, capirlo e aiutarlo.
Fu difficile, non lo nego, ma grazie al supporto prezioso degli assistenti sociali del CISA e degli psicologi della Asl riuscimmo a venirne a capo e ora, che il ragazzo frequenta le scuole medie, raccogliamo con orgoglio i frutti.
E' stato sicuramente difficile, c'è voluta molta pazienza ma rifarei tutto dall'inizio, senza esitazione. Quando qualcuno mi chiede notizie del "figlio adottato" resto imbambolato, sulle prime non capisco.
Per me e mia moglie Maria Cristina sono tutti figli nostri, senza distinzioni. E' stata una scelta per noi felice e quando mio figlio mi guarda sereno e mi chiama "papà", mi ricompensa di tutto".

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