Ha salvato una ragazza da annegamento sfidando la furia del mare salentino poi è tornato a riva, si è ripreso le scarpe e se ne è andato via. E adesso, che la notizia ha fatto il giro del web e
Ha salvato una ragazza da annegamento sfidando la furia del mare salentino poi è tornato a riva, si è ripreso le scarpe e se ne è andato via. E adesso, che la notizia ha fatto il giro del web e viene descritto come un eroe moderno, i suoi commenti sono di stupore. Protagonista della vicenda è Samuele Antonucci, 33 anni, dottore chinesiologo di Villanova con studio ad Asti. Questestate si è concesso una vacanza con la sua famiglia nel Salento, a Nardò, senza pensare che ad attenderlo ci fosse una prova che avrebbe testato il suo sangue freddo e le nozioni da bagnino apprese in un corso frequentato una decina di anni fa.
«Il giorno dopo Ferragosto racconta Antonucci- mi stavo spostando in auto dal luogo in cui abbiamo affittato una casa vacanza, in un paese vicino dove, in spiaggia, avevamo appuntamento con alcuni amici. Poco dopo la Punta dellAspide, sul lungomare che divide Santa Caterina da Santa Maria, mi sono accorto di un assembramento sugli scogli. Cera unambulanza ferma e molte persone intorno, tutte in preda al panico. Ho fermato lauto, sono sceso e mi sono accorto che in acqua cera una ragazza in grave difficoltà: il mare era mosso e lei non riusciva a riguadagnare la riva, sospinta dalla corrente verso il largo. Era in preda al panico e, sugli scogli, stava per buttarsi in mare il padre, che però non sapeva nuotare».
A far da corona al drammatico appello di padre e figlia un drappello di persone che urlavano, si disperavano ma non facevano nulla di concreto. Antonucci si è tolto maglietta e scarpe e si è gettato in acqua, sotto lo sguardo atterrito della moglie rimasta in auto. In pochi minuti, da buon nuotatore qual è, ha raggiunto la ragazza che stava annaspando, lha rassicurata, ha messo in atto la presa di salvataggio e lha riportata a riva. Qui lha consegnata al padre e agli altri che avevano assistito alla scena. E poi è subito ripartito con lauto alla volta del suo appuntamento con gli amici, come se quello che aveva fatto fosse stato solo un piccolo contrattempo. «Ho salutato la ragazza con un cenno e, chiedendole scusa, mi sono fatto restituire le mie scarpe che le avevano messo ai piedi perché non si tagliasse sugli scogli. Ma io non potevo guidare scalzo. E poi avevo tagli ai piedi, provocati dagli scogli».
La notizia del salvataggio ha fatto il giro di Nardò e dei paesi vicini ed è stato poi il padrone della casa vacanza a far sapere ad Antonucci di essere diventato un eroe per tutti. «Lì hanno descritto tutto come se fosse un film commenta umilmente Antonucci- ma in realtà è stata unazione molto più breve e normale. Non ci trovo nulla di straordinario ma sono felice di aver salvato quella ragazza che stava perdendo le forze». E, tanto per dare un tocco di leggenda al gesto, racconta che proprio dalle parti di Nardò esiste una maledetta storia diffusa fra i locali secondo la quale il mare, ogni anno, a Ferragosto si prende un uomo o una donna a compenso dellamore contrastato di una coppia di cui si perde la memoria nei tempi. «Io non ci credo ma, se fosse vera, per questanno è andata male al mare», conclude seraficamente il dottore astigiano.
Daniela Peira