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Canelli, Confagricoltura: «Preselezione in patria per i vendemmiatori?»
Cronaca

Canelli, Confagricoltura: «Preselezione in patria per i vendemmiatori?»

Con la stessa litania degli arrivi anche le partenze hanno costellato il fine settimana, con piazza Unione Europea crocevia dell'andirivieni dall'Est. Tre, quattro pullman da Macedonia,

Con la stessa litania degli arrivi anche le partenze hanno costellato il fine settimana, con piazza Unione Europea crocevia dell'andirivieni dall'Est. Tre, quattro pullman da Macedonia, Romania e Bulgaria, uno scendere e salire con la speranza, o la delusione, cucita addosso. Vendemmia caratterizzata dal maltempo che ha imposto un improvviso, se non del tutto imprevisto, stop in settimana. Le prime avvisaglie, dopo un fine settimana di bel tempo, mercoledì quando, dal pomeriggio, il cielo si è fatto plumbeo mentre il vento ha scosso il sud astigiano. L'atmosfera, ancora tiepida sino al mattino, si è repentinamente raffreddata, con temperature che sono scese anche di 7-8 gradi. Il minimo, a Canelli, verso le 18,30, con la colonnina di mercurio che ha toccato i 16 gradi: e pensare che, poche ore prima, si erano registrati 24-25 gradi.

La pioggia non ha comunque raffreddato la querelle sui vendemmiatori accampati nell'area industriale della città. Arrivati a gruppi sparuti, un centinaio in tutto, qualcuno ha già caricato i fagotti e se n'è andato. L'ultimo intervento è di Massimo Forno agricoltore e presidente di Confagricoltura Asti. «Come associazione siamo contrari alla costruzione di strutture stabili per l'accoglienza di potenziali lavoratori agricoli stranieri che ogni anno giungono nelle nostre zone per la vendemmia e la raccolta di frutta. Siamo contrari perché la mancata regolamentazione e lo scarso controllo dei flussi di questi lavoratori causano non solo infrazioni alle norme del lavoro, come l'utilizzo di manodopera in nero (e in questo senso chiediamo un giro di vite sui controlli), ma sono all'origine anche di contraccolpi al vivere civile di comunità, come quella canellese, che annualmente devono fare i conti con bivacchi e accampamenti i quali, se incentivati, creano, come è accaduto nel Cuneese, vere tendopoli con centinaia di persone che, se non assorbite dal mercato del lavoro o impiegate in nero, rischiano di diventare fonte e vittime esse stesse di disagi, dallo sfruttamento all'insofferenza fino all'intolleranza. Situazioni inaccettabili per un Paese civile».

«A nostro parere ci si dovrebbe concentrare sulla creazione di centri di preselezione e indirizzo da organizzare direttamente nei Paesi di origine dei potenziali lavoratori agricoli. In questo modo nelle aree di raccolta arriverebbero non operatori fai-da-te, non disperati senza una sistemazione, ma lavoratori incanalati in flussi controllati e controllabili. Al di là di ogni strumentalizzazione politica che puntualmente ottiene grande risalto sui media, senza, però, contribuire a risolvere il problema, nel segno di un buonismo tanto di facciata quanto inutile e che, anzi, non fa che ravvivare recriminazioni e polemiche sterili. Se si vuole risolvere il "caso Canelli", ed evitare che se ne creino altri magari incentivando a dismisura flussi di disperati, il percorso è un altro. Ma molti sembrano far finta di non capire».

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